La posta in gioco sulla legge Zan

Solo le elezioni fermeranno gli attacchi di Renzi al Pd

  • Renzi può contare, al Senato, di una corposa compagine di suoi ex (?) sodali.
  • Fino a che non ci saranno nuove elezioni, per il Partito democratico sarà difficile condurre una azione politica incisiva non potendo contare sulla fedeltà dei propri senatori.  
  • Il  Pd potrebbe prendere il coraggio a piene mani e definire una strategia che, un volta insediato Mario Draghi al Quirinale preveda nuove elezioni in modo da disporre di un gruppo parlamentare non più renziano.

Con uno sberleffo alla logica, tipico dei populisti, i due Matteo (Salvini e Renzi), uniti nella lotta contro il Pd, accusano il partito di Enrico Letta di non volere la legge  Zan contro l’omotransfobia: vale a dire, loro non la votano e quindi è il Pd che non la vuole. Superior stabat lupus, diceva l’apologo di Esopo: tu pecorella mi inquini l’acqua che bevo anche se tu stai più sotto nel corso del fiume. Nella questione del ddl Zan siamo esattamente nello stesso schema. Chi non vuole votare

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