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Energia e deglobalizzazione, ecco i veri pericoli che Europa e Italia non vedono

Security personnel check on foreign journalists who cover the closing ceremony of the 20th National Congress of China's ruling Communist Party near a TV screen showing image of President Xi Jinping at a media hotel in Beijing, Friday, Oct. 21, 2022. The Chinese Communist Party is holding its every-five-year national congress which will unveil new leadership for the coming five years. (AP Photo/Andy Wong)
Security personnel check on foreign journalists who cover the closing ceremony of the 20th National Congress of China's ruling Communist Party near a TV screen showing image of President Xi Jinping at a media hotel in Beijing, Friday, Oct. 21, 2022. The Chinese Communist Party is holding its every-five-year national congress which will unveil new leadership for the coming five years. (AP Photo/Andy Wong)
  • La grande crisi del 2008 era di natura prevalentemente finanziaria. 
  • Questa crisi ha una natura in prevalenza reale, caratterizzata da alta inflazione, uno squilibrio tra domanda e offerta di beni e servizi, e dal caro energia, a sua volta indotto dal rischio geopolitico (guerra in Ucraina) e dai costi della transizione ambientale.
  • E la natura della crisi impone di affrontarla con la politica fiscale, non con quella monetaria.

La grande crisi del 2008 era di natura prevalentemente finanziaria: scatenata dai titoli strutturati sui mutui e dall’eccessivo indebitamento, ha investito le banche e, in Europa, il debito pubblico. Pertanto è stata affrontata prevalentemente dalla Banche Centrali con strumenti finanziari innovativi, come quantitative easing, tassi di interessi nulli e negativi, acquisti diretti di obbligazioni corporate e finanziamenti sussidiati al sistema bancario. La difficoltà, allora, era prevedere gli

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