Ma quel che non va di questo governo è solo il “metodo Salvini”? Essere allo stesso tempo di opposizione e di governo: questo è il “metodo” dei populisti. È la loro carta d’identità. Attaccarlo è come fare il proverbiale buco nell’acqua. Anche se nel breve termine può servire ad aumentare i consensi. Ma qual è il “metodo Pd”?

Certo non doppio, ma quasi incollato al governo come un francobollo. Eppure, lo stesso presidente del Consiglio Mario Draghi nel discorso di insediamento alle camere aveva chiesto di essere pungolato, criticato e giudicato per quel che farà: “modello” della lente di ingrandimento e della vespa. Proprio per migliorare il Piano nazionale di ripresa e resilienza, il Pnrr. Dopo tutto, non viviamo nel paese del Dottor Pangloss, e non abbiamo il migliore dei governi possibili. Meno bello e coraggioso di quello del presidente americano Joe Biden, comunque.

La differenza è nel punto prospettico, programmatico-politico. La logica del Partito democratico americano ha una chiarezza di fondo: ragionare a partire da chi sta peggio, per dirla con John Ralws. Non per carità, ma per prudenza (togliere ossigeno ai populisti) e giustizia.

Inoltre, perché serve a far chiarezza sugli obbiettivi di risanamento economico, sociale e ambientale: condizione, ha detto il Premio Nobel per l’economia Angus Deaton, per far avanzare l’intero paese. A partire da chi sta peggio. Rovesciare la logica del trickle-down.

Il Pnrr, che viene discusso dopo l’approvazione del parlamento, non ha la stessa cogenza programmatica. La sua logica di intervento parla di donne e giovani, digitale e ecologia. Ma le variabili della “classe”, delle “condizioni” e “funzioni” sociali, del “territorio” sono altrettanto qualificanti.

Un esempio per tutti, quello delle infrastrutture e dei trasporti. La deludente perfomance del ministro Enrico Giovannini a Otto e Mezzo due giorni fa, rivela lo stato dell’arte: se balbetta alle domande è perché non sono “i dati” a parlare, come dice, ma un’idea che è nonostante tutto politica. I trasporti sono trattati come gli italiani: le grandi risorse vanno a chi ha funzioni dirigenziali; le briciole a chi lavora. L’Alta Velocità sifona il grosso dei soldi; discriminate le linee regionali (che in alcune aree sono d’età antidiluviana). Ipoteticamente: Bologna-Messina in poche ore, Messina-Trapani in una giornata.

Che “metodo” ha seguito il governo per far avanzare il paese? Non quello dei democratici americani, elogiati quotidianamente.

Nei mesi della pandemia un gruppo di studiosi ha elaborato un documento di intenti su Governare la società nel dopo Covid. Suggerisce le linee guida per “una visione di governo su come affrontare le diseguaglianze (di reddito, habitat, diritti, protezione, genere, fruizione di servizi sociali e generazionali), che la pandemia ha reso più evidenti, e su come governare il capitalismo in un contesto post fordista e digitalizzato”.

Si potrebbe dare meno spazio al “metodo Salvini” e assegnare alle Agorà del Pd il compito di coinvolgere i cittadini nella discussione di progetti che hanno un impatto diretto sulla loro vita e che, forse, non si accontentano di un piano fatto “per” loro. Il “metodo paternalistico” non piace ai democratici.

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