- Le democrazie elettorali hanno sempre sofferto dell’astensionismo, soprattutto quelle sorte non in contrapposizione a regimi fascisti o totalitari.
- A giudicare dalle ultime tornate elettorali, in Italia e altrove, il margine di sorpresa c’è ancora. Ed è probabile che questa sia la sola ragione che rende l’andare al voto interessante ai molti.
- Il ruolo della campagna elettorale del Pd e dei Cinque stelle può essere in queste settimane determinante. Per fare del voto una sopresa inattesa. L’andare a votare fa, il 25 settembre, tutta la differenza del mondo.
Le democrazie elettorali hanno sempre sofferto dell’astensionismo, soprattutto quelle sorte non in contrapposizione a regimi fascisti o totalitari. In queste ultime, invece, la partecipazione al voto fu, comprensibilmente, appresa, insegnata e coltivata come un segno di potere politico dei singoli cittadini. In reazione al voto d’obbligo per un listone o, in alternativa, all’olio di ricino per chi votava partiti di opposizione. Ma la democrazia americana e quella inglese, nate da rivoluzioni



