Le labbra, le barbe, le foto: così le vuole Re Donald

Rientrando dall’Egitto sull’Air Force One, un Donald Trump rilassato e senza cravatta ha scambiato qualche battuta con i cronisti a bordo, un po’ rispondendo alle domande sulla giornata trionfale dell’accordo di pace, un po’ saltando a casaccio da un argomento all’altro, come sempre. A un certo punto, senza preavviso, ha parlato delle labbra della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt: «Quelle labbra si muovono come una mitragliatrice», ha detto gongolante, e poi l’ha coperta di elogi, dicendo che non la sostituirà mai. Sottintesi sessuali e sessisti a parte, il presidente ormai torna ciclicamente, e senza che nessuno glielo chieda, sugli stessi argomenti, ripetendo frasi, sentimenti, fissazioni, meme e addirittura concetti che riaffiorano come ritornelli. Le labbra di Leavitt stanno entrando nella categoria delle ossessioni che Trump esterna quando gli va. Non era la prima volta, infatti, che si soffermava su quel dettaglio. In un’intervista a Newsmax dello scorso agosto ha parlato della portavoce in modo molto simile. Leavitt, ha detto, «è diventata una star. È quella faccia, quel cervello. Sono quelle labbra. Il modo in cui si muovono… Si muovono come una mitragliatrice». Si può presumere che il presidente si sia innamorato dell’accostamento fra le labbra e la mitragliatrice per via dell’implacabile loquela di Leavitt, che si è affermata come portavoce inflessibile che risponde al fuoco delle domande dei cronisti con sventagliate ancora più potenti, se necessario interrompendo bruscamente le domande e ridicolizzando gli interlocutori. Il presidente evidentemente ama questa sua qualità e lo ripete ogni volta che può. Ma l’insistenza sul dettaglio fisico è anche il segno di un’ossessione più generale dell’amministrazione con la costruzione di un’estetica trumpiana, che peraltro non si limita all’elemento femminile. Dopo Gaza, l’Ucraina: Trump cerca un altro trionfo I giornali di gossip si occupano delle labbra di Leavitt da molto prima che Trump ne cantasse bellicosamente le lodi, perché non sono sfuggiti agli osservatori gli indizi di una metamorfosi nel viso della 28enne che per mestiere parla quotidianamente davanti alle telecamere. Con un meticoloso lavoro di confronto fra vecchie fotografie e articolati pareri professionali di chirurghi estetici si è ipotizzato che ci possa essere stato un intervento di filler unito ad altri significativi tocchi cosmetici sempre più pronunciati, tutte scelte che sarebbero completamente personali e irrilevanti se non andassero nella direzione della cosiddetta “Mar-a-Lago face”, quella particolare composizione del viso – labbra gonfie, zigomi alti, pelle immacolata e lampadata, sguardo penetrante «da donna dell’Europa dell’est», come ha detto la consulente estetica Melinda Anna Farina – accuratamente ricercata con la chirurgia per incontrare il gusto di Trump. Rientrano nello spettro del viso da Mar-a-Lago la first lady, Melania, la nuora Lara, la figlia Ivanka, la segretaria della Sicurezza nazionale, Kristi Noem, ma anche l’ex deputato della Florida, Matt Gaetz, lealista trumpiano che era in lizza per diventare procuratore generale. Kimberly Guilfoyle, consigliera dell’inner circle ed ex fidanzata del primogenito Donald Jr., è probabilmente la figura che più di tutte ha portato la faccia da Mar-a-Lago alle sue estreme conseguenze. A questo punto la complessione facciale, femminile ma non solo, non è soltanto espressione di un certo stile che il capo gradisce, ma è il segno della devozione, il certificato per entrare nelle stanze che contano e favorire il riconoscimento pubblico della propria esistenza. Le labbra che si muovono come una mitragliatrice vanno lette perciò all’interno di un generale canone estetico del potere trumpiano: il motivo per cui le apprezza è dello stesso ordine di quello per cui detesta le fotografie del suo viso dal basso, come quella che il Time ha messo in una copertina elogiativa ma che il presidente non ha gradito per via dell’immagine scelta. La foto del Time, i capelli di Trump e quella voglia di tornare a essere un adolescente Trump ha una nota fissazione per gli abiti formali e il decoro, che in pratica vuol dire che gli uomini dovrebbero vestirsi come lui e le donne come Melania. Dopo averne fatto una questione di politica internazionale – chiedere a Zelensky – nell’adunata dei vertici militari convocata a Quantico ha castigato le barbe da «pagani nordici», i generali in sovrappeso, l’incuria estetica generale che non si sposa con l’ethos guerriero che la Casa Bianca vuole rinnovare. Anche in quel caso, ci sono dei criteri estetici da rispettare per farsi rispettare, anche se non sono le labbra a mitragliatrice. Il frontman di questa riforma è il segretario del Pentagono, Pete Hegseth, che a ben vedere si sta muovendo ad ampie falcate verso la faccia da Mar-a-Lago.