- Negli anni Sessanta i borghesi italiani sono stati spettatori impermeabili di fronte al cambiamento convulso di quell’epoca
- Oggi non c’è l’élite che ha guidato il paese nel dopoguerra e la spinta alla crescita è solo un gioco da play station dove la borghesia non fa un passo
- I borghesi rimangono immobili anche di fronte a un paese che è una macchina senza autista
Nel 1960 Anita Ekberg pose le sue gambe nelle acque della fontana di Trevi, l’anno dopo Rosalba Neri, bravissima attrice in voga in quegli anni, attraversò il sottoscala allagato di un povero parcheggiatore abusivo alla periferia di Roma. La dolce vita raccontata dal maestro Fellini e la parodia filmata con capacità da Sergio Corbucci. Due momenti dell’Italia del boom che raccontano, a modo loro, la società dello sfascio dove l’esercito della borghesia sfiorisce giorno dopo giorno. Il ballo,



