- La Rai, finché resta una cosa lottizzata, ha in testa innanzitutto gli umori dei politici di ringhio e di rango che ricordano ad ogni piè sospinto che sono loro a decidere le nomine, gli stipendi, il capitale della video esposizione.
- Fedez e i pari suoi non è la tv che li fa e li usa, ma sono essi che possono piegarla alla propria immagine nel mondo, ai propri interessi politici, sociali, culturali, al loro business.
- La Rai non ha alternative rispetto al rassegnarsi alle nuove regole del gioco e a tenere conto della forza delle cose piuttosto che alle raccomandazioni cautelose dei legali.
C’è sicuramente scritto da qualche parte nel contratto stipulato con il produttore dell’evento Primo Maggio che la Rai può metter becco nei contenuti che vanno sui propri palinsesti. Quindi c’è poco da meravigliarsi se apprendendo che Fedez alla Lega le avrebbe cantate molto chiare (e con uso di cognomi) il funzionario competente l’abbia invitato ad acconciarsi a quel tanto di autocensura che serve a evitare alla Rai guai politici e legali. Il punto è che quello che per la Rai è un guaio per Fe



