Le recenti critiche avanzate da Enrico Letta e dal Partito democratico in merito allo sviluppo aeroportuale fiorentino hanno scatenato reazioni da parte dei politici fiorentini in difesa di un progetto che prevede una nuova pista, peraltro già bocciata dal Tar e dal Consiglio di Stato, con seri problemi tecnici e ambientali. 

Firenze non si è mai rassegnata a dover dipendere da Pisa per un vero aeroporto e da lungo tempo ha insediato commissioni per dimostrare la fattibilità di un aeroporto con potenzialità di traffico assai superiore a quello attuale.

Nel 2000 Firenze si oppose all’assegnazione di un codice IATA/ICAO a Pisa affinché i voli dall’estero avessero come destinazione finale solo Firenze, transitando così dagli hub europei invece di atterrare a Pisa  che poteva accogliere i wide body di lungo raggio. 

La pista orientata est-ovest

Gli studi elaborati dai fiorentini puntano sulla costruzione di una pista di 2.400 metri (contro i 1500/1700 attuali) orientata est-ovest. Però è perlomeno sconsigliabile la costruzione di una pista con orientamento est-ovest perché questa nuova pista di Peretola, parallela all’autostrada A11, non risolve alcun problema, anzi complica la gestione del traffico su quell’aeroporto. 

Poiché è proibito sorvolare la città di Firenze, gli atterraggi dovrebbero sempre avvenire nella direzione ovest-est; ma i venti soffiano di solito da ovest, e con un vento in coda superiore a 10/15 nodi il volo sarebbe dirottato su Pisa che è l’aeroporto alternato di Firenze.

Inoltre, vicino alla soglia ovest della nuova pista c’è lo stagno Peretola, dove risiedono diversi tipi di volatili che, com’è noto, sono un grave pericolo per la navigazione aerea, specialmente per i decolli che nella nuova pista sarebbero sempre nella direzione est-ovest.

L’attuale pista di Peretola presenta le limitazioni del Monte Morello a nord e dell’autostrada a sud. Molti anni fa si doveva pensare a interrare l’autostrada e allungare la pista verso sud dove nel frattempo, però, sono sorti vari insediamenti abitativi. Troppo tardi.

La mancanza di una visione strategica

I fiorentini si devono convincere che non potranno mai avere a Firenze un aeroporto paragonabile a quello di Pisa che resta l’unico vero aeroporto della Toscana. Poi si dovrebbe costruire una strategia razionale per il traffico aereo toscano che preveda un uso razionale degli aeroporti di Pisa e Firenze, ai quali in un futuro potrebbe aggiungersi quello di Siena.

Tale strategia dovrebbe prevedere rilevanti investimenti per il massimo sviluppo dell’aeroporto Galileo Galilei di Pisa che non presenta limitazioni operative (salvo quelle militari) e ha due piste che possono accogliere aerei di qualsiasi dimensione diretti in ogni parte del mondo, quindi di sviluppare anche collegamenti di lungo raggio.

Sarebbe anche auspicabile una riduzione della presenza militare su questo aeroporto, perché attualmente le uniche limitazioni operative sono dovute alla presenza militare, basata su vecchie tecnologie per il controllo del traffico aereo e su un ridotto staff di personale.

L’errore del people mover a Pisa

L’ultimo errore di gestione dei due aeroporti è stato quello di costruire un people mover tra l’aeroporto di Pisa e la stazione ferroviaria di Pisa Centrale che dista non più di 800 metri dall’aeroporto. Decisione ancora più assurda se si considera che all’interno del sedime aeroportuale di Pisa esiste già una stazione ferroviaria collegata con Pisa Centrale, quindi con Firenze.

Negli anni Novanta, sul treno che partiva da Firenze per l’aeroporto di Pisa si effettuava già il check-in per i voli in partenza da Pisa. Basterebbe potenziare questo collegamento con treni veloci che potrebbero collegare Pisa e Firenze in 30 minuti, come succede a Londra con il Gatwick Express dalla stazione Victoria o a Parigi con la RER che collega Roissy con la Gare du Nord. Secondo questa linea, Enrico Letta ha evocato come alternativa una metro Firenze-Pisa.

Secondo l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, dopo la bocciatura di TAR e Consiglio di Stato si dovrebbe iniziare una nuova procedura autorizzativa dai tempi assai incerti e sempre sullo sfondo delle stupide lotte tra pisani e fiorentini di cui Renzi e Letta ci hanno fornito fulgido esempio cinque anni fa, ma che Dante aveva scolpito nel XXXIII Canto dell’Inferno:«muovasi la Capraia e la Gorgona, e faccian siepe ad Arno in su la foce, sì ch'elli annieghi in te ogne persona!»

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