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Fissare i limiti della satira non è difficile solo per i fanatici

  • La storia dei rapporti reciproci, binari o ternari, fra ebrei, cristiani e islamici è una delle vergogne endemiche del genere umano: «Chi è senza peccato scagli la prima pietra», diceva uno dei «tre impostori», come furono chiamati i tre fondatori in un famoso libello del Seicento, attribuito a Spinoza.
  • Il buon senso vorrebbe che, invece di buttare olio sul fuoco, si cercasse di spegnerlo: in particolare, difendendo ovviamente i propri e altrui diritti di opinione, ma evitando di avventurarsi lungo una china che presenta un piano fortemente inclinato.
  • Questa china è costituita da comportamenti che, partendo a valle dal dissenso e dalla critica, salgono attraverso l’ironia, la satira e il sarcasmo, per raggiungere le vette dell’insulto e della violenza, verbale o fisica. 

«Non sono d’accordo con quello che dici, ma darei la mia vita perché tu lo possa dire», diceva Voltaire. O meglio, più che dirlo, gliel’ha fatto dire la scrittrice inglese Evelyn Hall agli inizi del Novecento, in un paio di sue opere, salvo poi confessare in seguito di esserselo inventato. Come se Voltaire non avesse il diritto di dire pure lui cosa voleva, invece di vedersi attribuire cose dette da altri. Non c’era però bisogno di scomodare Voltaire, per affermare che ciascuno ha diritto non

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