15 anni fa l’Asia era il territorio della speranza, il Medio Oriente dell’umiliazione, e l’occidente della paura. Oggi però la geografia delle emozioni sembra entrata in un nuovo ciclo, con la paura che si insinua in Asia, una speranza di riscatto in Medio Oriente e un degrado verso l’umiliazione dell’occidente
Precisamente 15 anni fa, Dominique Moïsi, un’autorità nello studio delle relazioni internazionali, pubblicava un saggio che, sin dal titolo, offriva un’intuizione geniale: La geopolitica delle emozioni. In un 2009 in cui il mondo era ancora dominato dall’economia, sembrava inconcepibile che le risorse e la potenza di una nazione potessero essere determinate in base ai sentimenti. Tuttavia, già il crollo delle Torri Gemelle aveva innescato un processo graduale che oggi appare del tutto evidente.



