Quando si tratta di leggere e interpretare la Costituzione, non possono e non debbono mai essere invocate valutazioni di opportunità politica. Le disposizioni della Costituzione vanno applicate con riferimento assoluto e coerente alla loro lettera e al loro spirito.

Questa coerenza si estende anche alla lettera della XII disposizione: «E’ vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». 

Scritta da Costituenti che avevano sperimentato in una pluralità di forme il regime fascista, la sua nascita, le sue modalità di governo, lo spirito è lampante.

Bisogna bloccare sul nascere tutte le manifestazioni, massime la violenza, che si richiamino al fascismo e che configurino tentativi di ricomparsa. Qui e adesso, in particolare dopo l’assalto alla sede della Cgil e al pronto soccorso del Policlinico Umberto I, nonché il progettato attacco a Palazzo Chigi, è corretto ritenere che Forza Nuova miri alla ricostituzione di un’organizzazione fascista? Dunque, se ricade nella fattispecie delineata dalla XII disposizione va sciolta.

All’eventuale scioglimento non si possono contrapporre argomentazioni di errori e inadeguatezze del passato e neppure più o meno fondati timori di ripercussioni future.

Il precedente di Ordine Nuovo

Il Movimento politico Ordine Nuovo fondato e guidato da Pino Rauti fu sciolto con sentenza della magistratura nel novembre 1973 e i suoi beni furono confiscati. Lo scioglimento avvenne nella fase già iniziata degli anni di piombo. Non ricordo opposizioni alla sentenza che applicava la legge Scelba (ministro degli Interni) del 1952 di attuazione della XII disposizione che sollevassero il problema dell’eventuale esacerbarsi del terrorismo di destra, al quale Ordine Nuovo contribuiva significativamente.

Non ricordo neppure che venisse posto il problema delle prospettive occupazionali di dirigenti e dei militanti, dove sarebbero andati, che cosa avrebbero fatto. Nessuno si chiese se quei terroristi che operavano in nome del fascismo sarebbero diventati ancora più violenti e pericolosi una volta disciolta e bandita la loro organizzazione.

Le democrazie si difendono applicando la Costituzione e le leggi (d’obbligo è il rimando alla bella ricerca di Giovanni Capoccia, “cervello” fuggito e meritatamente e felicemente approdato a Oxford: Defending Democracy: Reactions to Extremism in Interwar Europe, Johns Hopkins University Press, 2005) , non misurando con bilancini opportunistici i pro e i contro delle decisioni che trovano il loro fondamento nella Costituzione e nelle leggi che ne traducono concretamente i dispositivi.

Atteggiamenti di mal posta comprensione di un presunto “disagio” che non può comunque mai sfociare in violenza politica mirata, comportamenti incoerenti e al di sotto della sfida rivelano la debolezza di uno Stato e dei suoi apparati, delusi e umiliati. Aprono ulteriori spazi psicologici, sociali e politici a chi intende fare uso della simbologia e della strumentazione verbale e fisica del fascismo, e sa come farlo.

Una volta sciolta Forza Nuova i suoi dirigenti non finiti in carcere oppure uscitine si adopereranno per costituire un’altra organizzazione il più simile possibile? Non è da escludersi nella consapevolezza, da un lato, che nessun fascismo si batte soltanto con l’istruzione e la cultura (non una buona ragione per tralasciare una intensa opera di educazione civica e storica), dall’altro, che il fascismo è parte della nostra storia e può ripresentarsi con una pluralità di volti.

Bisognerà, allora, ricorrere nuovamente alla Costituzione, alla sua applicazione e alle conseguenze che ne derivano.  Però, nessuno potrà più sollevare la obiezione/giustificazione della colpevole sottovalutazione e degli errori gravi commessi nel passato più o meno recente.

© Riproduzione riservata