In dieci anni il partito è riuscito a conquistare il potere. Ma si è portato dietro tutti i suoi limiti: classe dirigente immatura, ripescaggio di vecchi ministri figli dell’era berlusconiana, gestione familistica del partito e del potere, rigurgiti da destra di lotta e figure dal passato ingombrante in ruoli politici rilevanti
Tutto è iniziato con il governo Monti. L’esecutivo tecnocratico del professore della Bocconi, con un forte mandato europeo per riformare il paese obtorto collo nelle more della crisi economica, tramontava definitivamente il bipolarismo dell’era berlusconiana e si inaugurava una nuova fase politica. Questo è il punto di rottura fondamentale della recente storia politica italiana: la depressione economica, le delegittimazione dei partiti politici, la sensazione di fallimento e commissariamento



