L’editoriale

Tra fake news e soldi ai camerati, le ipocrisie di una leader debole

Un’estate avara di sorrisi, quella di Giorgia Meloni e della sua leadership che mostra segni di debolezza, in tempi stretti e in modo evidente. Il nervosismo si è manifestato nella scelta surreale di cavalcare notizie false costruite dal suo biografo Sallusti, in merito a un presunto complotto contro la sorella. Ma ci sono notizie verissime, come quella svelata da Tizian e Trocchia, sui soldi girati dalla Fondazione An, cassaforte del partito della premier, ai neofascisti dell’associazione Acca Larenzia 

Nessuno, dopo la vittoria schiacciante alle ultime europee, poteva immaginare che per la premier Giorgia Meloni l’estate sarebbe stata così avara di sorrisi. E che i segni di debolezza della sua leadership si sarebbero mostrati in tempi così stretti e in modo così evidente. Il turning point è stato l’improvvida decisione di votare contro tutti i nuovi Top Job europei (il no alla super atlantista Kaja Kallas, Alto rappresentante della Ue per la politica estera non è affatto piaciuto nemmeno agli

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