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Giuseppe Conte e il Discorso della Tavulella

  • La crisi più prevedibile del mondo ci ha regalato un'immagine che dice da sola il senso di una fine, di un'epoca che si chiude: il tavolino minuscolo ingombro di microfoni dal quale Giuseppe Conte si è rivolto agli “amici”.

  • Non era il parcheggio del vivaio dal quale Rudy Giuliani arringò il paese dopo la sconfitta di Trump, ma ha evocato subito il tavolo separato dei bambini.

  • Ma ormai è l’ora di Draghi, ed è effettivamente uno shock trovarsi di fronte a una persona qualificata, uno senza primule né social, il cui unico imbarazzo – essere stato compagno di scuola di Giancarlo Magalli – non può essere nemmeno imputato a lui.

La crisi più prevedibile del mondo – persino io avevo capito che sarebbe arrivato Draghi - ci ha regalato un'immagine che dice da sola il senso di una fine, di un'epoca che si chiude: il tavolino minuscolo ingombro di microfoni, in mezzo a Piazza Colonna (con preghiera di Casalino agli operatori di non inquadrare Palazzo Chigi perché “non è una cosa istituzionale”. Non come le dirette su Facebook, insomma) dal quale Giuseppe Conte si è rivolto agli “amici” per ricordargli che sembra morto

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