La protesta corporativa dei tassisti ha completamente perso ogni legittimità e sarebbe molto grave se dal governo ci fosse anche la più minima apertura a una categoria che conterà sicuramente anche tante persone per bene, ma che nella sua espressione pubblica è indifendibile.

NapoliToday pubblica un video che circola in rete di tassisti in piazza che saltellano intonando in coro “Selvaggia Lucarelli è una puttana”. La colpa di Selvaggia è aver scritto su Domani quello che tanti giornalisti pensano ma non osano dire, perché sui taxi ci salgono spesso (per gli aeroporti o anche soltanto da e per gli studi televisivi) e temono ritorsioni.

Selvaggia ha scritto in prima pagina su Domani che i tassisti difendono privilegi antistorici, il valore di licenze che hanno scambiato come garanzia di profitto, invece che come rischio di impresa, e poi l’insindacabilità del loro lavoro.

Sono servizio pubblico quando devono rivendicare protezione dalla politica, e professionisti autonomi quando rifiutano regole, controlli e verifiche fiscali.

Ho vissuto un anno negli Stati Uniti, a Chicago, e non ho mai preso un taxi. C’è Uber, Lyft e molto altro. Soltanto in Italia siamo ostaggio da decenni di questa corporazione che spaventa tutti, giornalisti e politici, e spesso anche i clienti, specie se stranieri.

Quando qualcuno rompe questo muro di indifferenza e complicità, si trova insultato in piazza. E non per le sue idee, ma perché è una donna e, dunque, inevitabilmente una “puttana” nel sillogismo di questi tassisti. Che, va ricordato, sono gli stessi a cui molte donne si affidano per tornare a casa a notte tarda quando non ci sono più metro o bus.

Non mi pare di vedere una gara di solidarietà nei confronti di Selvaggia, e neppure delle sigle dei tassisti a smarcarsi dai facinorosi.

Già questo dovrebbe essere un argomento sufficiente a ricordarci che la politica deve tutelare il diritto dei cittadini a spostarsi in sicurezza all’interno di una città, non una categoria che è pronta a difendere i propri privilegi con le armi della minaccia e dell’insulto.

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