Lo scandalo dell’Europarlamento deve servire a cambiare le cose. Tra le varie riforme da fare urgentemente c’è quella dell’adeguamento degli altissimi stipendi europei, davvero troppo alti. Da sempre si è detto che gli stipendi europei sono così alti per evitare ogni possibile forma di corruzione. Senza considerare i salari italiani, notoriamente più bassi della media europea salvo che per le carriere di dirigenti generali e per i parlamentari, basta confrontare le paghe brussellesi con quelle dei vertici amministrativi tedeschi, francesi o del Benelux, tanto per fare degli esempi.

Un interprete alla Commissione guadagna più che un magistrato o un dirigente generale pubblico di quei paesi.

Alla luce di ciò che stiamo scoprendo, si tratta di una cosa inaccettabile a cui va posto immediato rimedio abbassando gli stipendi degli eurocrati alla media di quella dei loro pari degli Stati membri.

Una volta era così: quando nacque la Commissione ai tempi del Mercato Comune e poi della Cee, i salari europei erano del tutto simili a quelli dei funzionari internazionali, alti ma non spropositati come sono oggi.

Venivano considerate le indennità di chi deve lavorare all’estero (valide anche per i belgi per non creare sperequazioni) ma nulla di più.

Nei decenni la maggior complessità delle funzioni e l’articolazione in crescita delle competenze europee, hanno permesso un aumento delle retribuzioni che ad un certo punto ha perso ogni logica e si è sottratto ad ogni confronto.

Con l’aumento delle responsabilità e dei compiti del parlamento europeo si è perso ogni limite. Questa è la ragione per cui, ad ogni cambio di eurolegislatura, assistiamo ad una battaglia all’ultimo sangue per mantenere i posti di assistente o collaboratore degli europarlamentari.

E’ prassi comune che gli ex eurodeputati uscenti li passino ai nuovi eletti. Nel caso del gruppo S&D poi si tratta di una prassi quasi obbligatoria: se vieni eletto devi per forza farti carico di assistenti precedenti, che per lo più non conosci ma che ti vengono imposti dal partito.

Oltre al potere ad essi conferito, la questione di questi assistenti e collaboratori vari ruota anche attorno a grosse retribuzioni.

Nel caso dello scandalo attuale si mette inoltre in evidenza una consuetudine pericolosa: nelle procedure gli assistenti valgono quasi quanto i parlamentari stessi, decidono ed influenzano.

In Italia ci lamentiamo dei portaborse ma a Bruxelles è molto peggio. Infine lo scandalo dovrebbe consigliare un atteggiamento più sobrio in generale, iniziando dal cancellare l’assurdità del raddoppio della sede dell’Europarlamento.

Si tratta di una spesa assurda: spostare ogni volta tutto da Bruxelles a Strasburgo e ritorno (senza contare il raddoppio di una parte del personale).

Si decida una sede sola e basta: sarebbe già un segnale che i nostri rappresentanti europei hanno intenzione di recuperare la loro reputazione. 

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