- In Parlamento, il momento più importante non è il voto, ma quello del dibattito: è lì che si arriva al compromesso, unico frutto maturo di una democrazia. Ma il governo preferisce che si parli poco, e che si arrivi subito al voto, senza troppe storie.
- Da ultimo, c’è stata la conversione con contenuti eterogenei del decreto c.d. «Milleproroghe», denunciata da Mattarella; ma prima già l’approvazione del bilancio con questione di fiducia, uno strumento cui il governo fa (troppo) spesso ricorso. E la «ghigliottina», per far approvare in tempo il decreto sul rave party.
- Il Governo non ce la fa a rispettare il parlamento, i suoi tempi, le sue regole, la sua funzione – che è quella di “parlamentare”, da ‘parlare’. É tempo perso: bisogna che i treni arrivino in orario.
Niente, il governo proprio non ce la fa a rispettare il parlamento, i suoi tempi, le sue regole, la sua funzione – che è quella di “parlamentare”, da “parlare”: il luogo in cui ci si parla; non quello dove si vota e basta. In parlamento, il momento più importante non è il voto, ma quello del dibattito: è lì che opinioni, interessi, esigenze si incontrano e si scontrano, e più si scontrano meglio è, perché è scontrandosi che si smussano le asperità e si arriva al compromesso, unico frutto maturo



