le ragioni di un negoziato

Fare la guerra a Putin significa allungare le sofferenze degli ucraini

Protest against Russian invasion to Ukraine in front of the Consulate General of the Russian Federation in Brno, Czech Republic, on Monday, March 7, 2022. Photo/Patrik Uhlir (CTK via AP Images)
Protest against Russian invasion to Ukraine in front of the Consulate General of the Russian Federation in Brno, Czech Republic, on Monday, March 7, 2022. Photo/Patrik Uhlir (CTK via AP Images)
  • Attaccando l’Ucraina, la Russia è passata dalla parte del torto. La Nato può aver avuto delle responsabilità in passato ma ora c’è un solo colpevole: il presidente Putin.
  • L’Ue e la Nato non vogliono andare in guerra. Per questo è utile rammentare che ogni iniziativa militare, anche indiretta, può farci fatalmente scivolare sulla china che pur diciamo di non volere.
  • In qualunque caso arriveremo a un negoziato, meglio dunque giungerci subito perché non sia solo di resa incondizionata. Un negoziato è sempre doloroso. Nel compromesso si acconsente di perdere qualcosa, da entrambe le parti.

La guerra di Putin ci ha travolti tutti, togliendoci spesso lucidità. Davanti a tanta violenza è istintivo schierarsi, polarizzandosi senza accettare approfondimenti e riflessioni critiche. È ciò che sta avvenendo nella polemica tra i cosiddetti pacifisti e chi sostiene che occorra armare l’Ucraina. Autorevoli commentatori di importanti giornali cadono nella trappola della reazione impulsiva accusando di «neutralismo», «spirito di Monaco» ecc. chi pone dubbi, citando (in genere a sproposito)

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