- Il lavoro da remoto non è per tutti, ma contribuisce ad appiattire la curva del contagio. Ben venga quindi, a patto di valutarlo criticamente.
- È boom di software spia: molti manager, trovatisi di fronte a un esodo di massa dall’ufficio, ricorrono a software di sorveglianza al limite del distopico, in un contesto in cui i rapporti di forza sono fortemente sbilanciati.
- I lavoratori si trovano sempre più a sperimentare sulla propria pelle una deriva “presenzialista”, nella diffusa incapacità di investire in obiettivi, responsabilità e fiducia.
Mentre l’Europa si trova a fronteggiare la seconda ondata della pandemia, il lavoro terziario si risposta nel tinello di casa. Bentornato smart working – più che un’affermazione, è un auspicio. Intanto perché il lavoro da remoto non è democratico come sembra, perché esclude ampi gruppi di lavoratori “essenziali”. Inoltre, nonostante l’esperimento forzato di questa primavera, non sono stati fatti grossi passi in avanti in fatto di “agilità”. Emergono prepotenti le limitazioni di certe politiche



