Oggi è il 25 aprile, festa che celebra la liberazione dal nazifascismo. Eppure, «questa è la prima volta, dopo i processi di Norimberga, dopo Eichmann, che l’Europa compie crimini di una tale entità». Non lo dico io, volontario in missioni umanitarie nel Mediterraneo. Lo dice Omer Shatz, collega di Enrico Letta nella prestigiosa Sciences Po, fucina di dirigenti europei.

L’indignazione che ha permeato le reazioni di politici, influencer e giornalisti dopo l’ultimo naufragio al largo della Libia con oltre 100 morti, è inutile e dannosa: fa parte di quella propaganda che ha sterilizzato l’Europa nascondendo, raccontando bugie e rendendo indipendente dalla nostra volontà il peggior sterminio della nostra storia del dopoguerra.

Gli oltre 15 mila morti calcolati nel Mediterraneo sono in realtà incalcolabili, perché per ogni strage di cui sappiamo ce ne sono decine di cui nessuno si accorge.

Sono calcolabili le cifre investite dall’Europa (circa 700 milioni di euro dal 2015) e dall’Italia (800 milioni dal 2017 a oggi) per sostenere un sistema in cui ogni strumento è valido pur di non fare arrivare profughi: lasciare affogare decine di migliaia di persone; rinchiudere centinaia di migliaia di persone in campi di concentramento dove la norma è lo stupro, la tortura, l’omicidio, il commercio di esseri umani.

Non con l’indignazione si contrasta la narrazione che dice che le Ong sono parte del sistema dei trafficanti di esseri umani, che la “Guardia Costiera Libica” è legittima, che la Sar libica è una realtà, ma con la politica e con l’informazione. Perché le Ong spezzano quel cerchio che vede i migranti rinchiusi (e venduti come schiavi, stuprati, torturati, uccisi), poi messi su un gommone, poi recuperati per essere nuovamente rinchiusi (e rivenduti, ritorturati, ristuprati) sempre dagli stessi delinquenti che le autorità italiane e europee che riempiono di danari. Perché la Sar libica, la zona di ricerca e soccorso, non può esistere non essendo la Libia un posto sicuro a detta di tutti, compresi gli stessi politici italiani ed europei.

La Sar libica, come il sostegno alle bande di delinquenti in divisa, sono figli di scelte politiche, inaugurate da Marco Minniti e perseguite da tutti i suoi successori.

Esistono scelte alternative per uscire dalla barbarie in cui siamo stati precipitati, e sono più economiche di quelle fatte fino ad oggi.

La cancellazione dell’accordo di Dublino e l’apertura di corridoi umanitari; il congelamento del sostegno alla Guardia Costiera Libica; la cancellazione di quel mostro giuridico che è la zona Sar che i libici si sono auto-attribuiti con la regia italiana; la chiusura dei campi di detenzione, investendo anche solo una piccola parte dei soldi spesi per foraggiare le bande libiche in strutture di accoglienza e in personale dedicato, oggi poche decine a fronte di decine di migliaia di richiedenti asilo.

Ci vuole del tempo, per questo bisognerebbe ripristinare l’operazione Mare Nostrum, con le navi militari europee impegnate in operazioni di salvataggio fin dentro le acque territoriali libiche.

E più di tutto ci vorrebbe una corretta informazione, che rendesse la pubblica opinione consapevole di essere responsabile dei crimini peggiori compiuti dall’Europa dopo il nazifascismo.

© Riproduzione riservata