Da anni i parlamentari europei del Movimento 5 stelle sono alla ricerca di una nuova casa. Hanno infine bussato alla porta del gruppo Socialisti & democratici e l’unica condizione ostativa potrebbe venire da un veto del Pd. Quindi, il vero congresso Pd si farà a Bruxelles.

Il nodo politico che la dirigenza Pd deve sciogliere riguarda il rapporto con i 5 Stelle: sono o no una costola del centrosinistra?  Esistono altre strade per costruire una alternativa alla coalizione Meloni-Salvini che prescindano da una alleanza tra il Pd e il partito di Beppe Grillo?

Sul fatto che a Bruxelles i 5s siano una costola del centrosinistra ci sono pochi dubbi. Lo hanno confermato varie analisi sistematiche sui voti espressi in sede parlamentare dai deputati europei grillini.

Chi non ha familiarità con la letteratura accademica in inglese può cercare lo studio dell’Istituto Cattaneo curato da Eugenio Salvati su Il comportamento di voto degli eurodeputati pentastellati durante la legislatura 2014-2019.

Il succo è questo: la delegazione 5 stelle ha sempre tenuto posizioni molto distanti da quelle dei partiti antieuropei con cui era formalmente alleata. Al contrario, nella scorsa legislatura ha seguito la stessa linea dei Verdi nel 74 per cento dei casi e di S&D nel 71 per cento.

Se si considerano i voti espressi, il suo profilo politico è apparso molto più simile a quello di Podemos che quello di Ukip o Lega. Dopo le elezioni del 2019, ha partecipato all’elezione di Ursula von der Leyen e alla approvazione del Recovery Plan, compresa la clausola sulla tutela dello stato di diritto concepita come un avvertimento ai governi populisti polacco e ungherese. Ha approvato il regolamento per la Politica Agricola Comune (Pac) dei prossimi sette. Come riconoscimento della inclusione dei 5Stelle nella “maggioranza europeista” è stato eletto per la prima volta nella storia del parlamento europeo un vicepresidente appartenente al gruppo dei non iscritti, nella figura del grillino Fabio Massimo Castaldo, che già aveva ricoperto la carica negli ultimi due anni della precedente legislatura.

Questa continuità di posizioni - in contrasto con l’immagine dei 5s nell’arena politica nazionale - dipende anche dal fatto che sono rimasti stabilmente alla guida della delegazione M5s nel parlamento europeo grillini della prima ora, quella nella quale era stato più forte l’afflusso di quadri con il cuore a sinistra, come Laura Ferrara e Castaldo, un’ala rafforzata dall’ingresso nel 2019 di Dino Giarrusso che ha convinto quasi tutta la delegazione a sostenere emendamenti fortemente voluti dai parlamentari Pd compententi in materia (Picierno e De Castro) sulla Pac, ampliando così la frattura con altri eurodeputati 5 Stelle storici, come Rosa D'Amato, Eleonora Evi e Ignazio Corrao che dopo un mese sono fuoriusciti per iscriversi al gruppo europeo dei Verdi, accusando il M5S di avere tradito la sua originaria missione ambientalista.

Per quanto nell’arena politica nazionale i rapporti siano stati molto più altalenanti e burrascosi resta il fatto che il profilo politico degli attuali elettori 5 Stelle, dopo la cura dimagrante delle Europee, è assai più favorevole a una alleanza verso sinistra che verso destra.

D’altro canto, si tratta di un elettorato che il Pd, per come è fatto il suo denso, conflittuale, inamovibile ceto politico, non potrà riconquistare tanto facilmente né tanto meno a breve. Il Movimento, nonostante vari scossoni, è rimasto stabilmente intorno al 15-16 per cento dei consensi. Se Giuseppe Conte decidesse di stare con loro quella percentuale sarebbe destinata a crescere. Se Conte decidesse di correre da solo, l’area coperta dai due soggetti messi insieme sarebbe ancora più larga.

Alla luce di tutto ciò, le recenti discussioni sul congresso Pd sembrano avere un paio di difetti: 1) la più fondamentale tra le decisioni politiche andrà presa a breve, a Bruxelles; 2) mentre si intuisce perché in diversi potrebbero sfidare Nicola Zingaretti pensando d’essere più capaci, non si capisce quale plausibile indirizzo politico alternativo propongano riguardo a quella decisione.

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