- Davanti alle crisi il liberismo contemporaneo ripete sempre la stessa vecchia ricetta (“crescita, crescita!”) senza ammettere l’evidenza: la crescita non basta più.
- L’attuale economia di mercato non protegge il lavoro (né i lavoratori) e si piega davanti al più forte. Le grandi aziende dei social media, ad esempio, si inchinano davanti ai diktat di Pechino o Mosca, autocensurandosi.
- Al contempo rifiutano alle democrazie ogni tipo di limitazione e anche di pagare le tasse. Grandi società transnazionali accettano dai regimi regolazioni che rifiutano in Occidente. Tale disparità è divenuta inaccettabile.
Il Covid 19 ha mandato in pezzi la coppia liberal-democratica che univa economia di mercato e democrazia. Si tratta di una relazione già in crisi da tempo, da quando -grazie alle opportunità offerte dalla globalizzazione- i regimi autoritari si sono impadroniti del liberismo. Sono in gioco i fondamenti dell’economia mondiale: oggi i regimi autoritari sono autorizzati ad operare nel libero mercato e partecipano alla regolazione della competitività e della crescita. Gli esempi miglioro sono Cina,


