Le parole di Francesco sul conflitto a Gaza si collocano nel solco di una relazione contraddittoria col mondo ebraico scandita da vicinanza e incomprensione. Sono anche il segno di una chiesa che fatica ad emanciparsi da antichi stereotipi antigiudaici
Stupiscono fino ad un certo punto le parole di papa Francesco sul conflitto mediorientale. Anzitutto perché, almeno come sono riportate dalle anticipazioni di queste ore, sono assai meno enfatiche di come riportano i titoli di una stampa ormai in costante modalità imitatio social per puro spirito di sopravvivenza. Piuttosto, la richiesta di un’indagine per verificare se sia in corso un genocidio a Gaza risponde ad ovvi criteri umanitari inevitabilmente cari ad una prospettiva cristiana, che null



