- È prevedibile che domani la Bce cercherà di conciliare il desiderio di non smentirsi con un segno di più impegno nel frenare i prezzi. Non mancano modi per farlo. Sarebbe poco se si limitasse a ribadire l’inversione di rotta nel corso del terzo trimestre.
- Qualcuno suggerisce che la banca centrale si riservi si intervenire anche a favore di un solo Paese, con uno “scudo anti-spread” come quello predisposto e mai usato nella crisi del 2012.
- In realtà, per mantenere la credibilità del debitore Italia, basterebbe il rispetto del budget del governo unito alla puntuale esecuzione del Pnrr.
Sul sito della Bce sta scritto in grande: «La stabilità dei prezzi è il miglior contributo che la politica monetaria può dare alla crescita economica». In effetti si tratta dell’obiettivo statutario della banca centrale che lo ha cifrato al 2 per cento di inflazione media annua. Ma l’editoriale del Wall Street Journal di fine maggio chiamava la Bce «la banca europea dell’inflazione» perché, contrariamente alla Fed e alla Bank of England, non ha ancora invertito la rotta espansiva. Il 14 maggi



