I nuovi Cinque Stelle possono restare al centro della scena, il Conte “progressista indipendente” dovrebbe tentare il recupero di molti degli astensionisti anziché andare a caccia di quelli che da qualche tempo convergono sul Pd
Che siano alquanto meno o poco più del 10 per cento i voti degli elettori del “nuovo” partito (si può dire?) delle Cinque stelle, saranno indispensabili a qualsiasi aggregazione elettorale e politica che voglia essere competitiva e davvero alternativa al centro-destra.
Chiamato direttamente in causa, ma la domanda non c’era nella deliberazione fra gli iscritti conclusa domenica, Giuseppe Conte si è dichiarato «progressista indipendente». Via all’esegesi. Che progressista si contrapponga a conservatore non ci piove. Che, chiaramente, l’attuale governo oscilli tra dure politiche conservatrici e irrefrenabili pulsioni reazionarie è difficile metterlo in dubbio (anche se non mancheranno i buoni samaritani “di sinistra” che si affretteranno a puntualizzare diversamente, qualunquemente).
Che, infine, il significato specifico e i contenuti concreti sia del progressismo sia dell’indipendenza meritino precisazioni non solo professorali (tutte nelle mie corde!), ma in special modo politiche è il problema da risolvere. Bisogna farlo, primo, non lasciandolo soltanto a Conte; secondo, sapendo a quali interlocutori ci si vuole rivolgere.
Gli interlocutori
Gli interlocutori sono almeno due: primo, dirigenti, attivisti ed elettori che si collocano nel, lo debbo proprio dire, “campo” progressista, e, secondo, quei molti elettori che si collocano nel campo, da qualche tempo molto affollato, astensionista. Può ben darsi che gli elettori astensionisti, un bell’ossimoro, siano già stati nel recentissimo passato elettori del Movimento 5 stelle più per l’opportunità della protesta che per l’attrattività della proposta. Invece di andare a caccia degli elettori che da qualche tempo convergono sul Partito democratico, Conte dovrebbe tentare il recupero di molti di quegli astensionisti.
La posta in gioco è il prossimo governo, la proposta è il rilancio di alcune politiche dei Cinque stelle sia economiche, la povertà è tutt’altro che abolita, sia politiche, è molto utile ripetere «onestà onestà onestà», meglio se con una declinazione non populista (popolo immacolato contro élite corrotte) sia istituzionali.
Aperta la scatoletta parlamentare del tonno, come rivederne poteri e compiti in sé e nei confronti del governo che, consenziente la sua maggioranza, svilisce le attività di controllo e di rappresentanza che caratterizzano i parlamenti migliori, può diventare un contributo in grado di acquisire visibilità e consenso.
La strada è aperta
Qualcuno suppone e teme che l’obiettivo dell’indipendenza del “Conte progressista” sia quello di tornare a fare il presidente del Consiglio. Competition is competition: l’obiettivo è legittimo, ma in discussione sono le modalità con le quali perseguirlo e, ancor di più, conseguirlo.
Con qualche mugugno nel centro-destra si è addivenuti al criterio del “chi ottiene più voti”. In democrazia, in tutte le democrazie parlamentari è il criterio meno controverso, sostanzialmente applicato quasi senza eccezioni e, quel che più conta, maggiormente apprezzato dagli elettori.
Comunque, Conte può perseverare nella sua ambizione nutrendola non soltanto con proposte programmatiche originali, indipendenti, ma con la strutturazione del nuovo partito sul territorio. L’abolizione del limite dei due soli mandati elettivi è forse stata sottovalutata nei suoi effetti, ma non da Beppe Grillo.
Il “creatore” del Movimento vi si è frontalmente opposto perché, in assenza di limiti alla rielezione in tempi relativamente brevi, si andrebbe formando un gruppo dirigente esperto e competente sul quale lui non avrebbe più nessun controllo. Comunque, ci sarà molto da studiare, imparare, fare. Conteranno le capacità di reclutamento a livello locale prima che nazionale e i criteri di selezione, ma la strada è aperta. Non importa quanto indipendente, il progressista deve cercare di percorrerla con il maggior numero di amici e alleati leali.
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