Come tanti altri, provo a capire come applicare le disposizioni sulla campagna vaccinale comunicate ieri dal premier Mario Draghi, dal ministro Speranza e dal commissario Figliuolo. Qualche settimana fa ho fatto la prima dose del vaccino AstraZeneca in uno di quegli open day che, negli ultimi giorni, sono stati raccontati come una specie di potenziale sterminio di massa di noi quasi-giovani irresponsabili. Perfino il governo se la prendeva con i suoi stessi esperti che non li avevano fermati.

In effetti era una scelta davvero irresponsabile quella di lasciare che cittadini maggiorenni e senzienti si comportassero come l’Agenzia europea del farmaco Ema dice di fare da mesi, cioè cercassero un vaccino quanto prima perché la pandemia  finirà solo quando saremo tutti vaccinati.

Comunque, mi ero quasi rassegnato all’idea che il panico irrazionale che tanto spesso domina palazzo Chigi e ministero della Salute avesse prevalso e che mai avrei potuto fare la seconda dose di AstraZeneca perché il governo si era convinto che fosse stato un gesto irresponsabile da parte mia correre a cercare la mia iniezione. E invece no, colpo di scena. Adesso il governo mi dice che, se proprio ci tengo, posso avere la mia seconda dose di AstraZeneca, anche se loro non me la raccomandano (il gergo militaresco della fase Covid sta scivolando verso quello estivo da Tripadvisor). Devo però prima chiedere al mio medico di famiglia e dimostrare il mio consenso informato. Ma “informato bene”, sottolinea Draghi.

Deduco quindi che continuare a vaccinare le persone sotto i sessant’anni con AstraZeneca non sia affatto pericoloso come il governo ha lasciato più volte intendere. Non posso pensare che ci mandino al massacro, verso una epidemia di trombosi consenzienti.  Dunque, lo stop alle vaccinazioni seguito alla morte di Camilla Canepa, la 18enne genovese, non aveva alcuna base scientifica.

Non capisco dunque perché dovrei andare a chiedere il parere del medico. O meglio, lo capisco: al prossimo morto dopo il vaccino (a prescindere che sia morto per colpa del vaccino o per una qualunque altra ragione), le polemiche saranno tutte per il povero medico di famiglia. Un bello scaricabarile: quale dottore vorrà farsi carico di responsabilità che il governo e il Comitato tecnico scientifico non hanno voluto assumersi?

Quanto al consenso informato “bene”, non vedo l’ora che il medico vaccinatore mi interroghi per vedere quanto sono preparato su AstraZeneca, così potrò citare l’ultimo rapporto dell’Agenzia del farmaco, l’Aifa (soltanto quattro morti in Italia potenzialmente collegate ai vaccini, nessuna con una causalità dimostrata). Aspetto anche l’occasione di recitare il comunicato dell’Aifa che parla di “maggiore frequenza in termini di effetti collaterali locali e sistemici di grado lieve/moderato” per il mix vaccinale AstraZeneca-Pfizer.

Il mio consenso, insomma, è parecchio informato. Mi resta il dubbio su quanto sia informato il consenso del governo a questi continui cambi di strategia dettati da qualche titolo di giornale invece che da nuova evidenza scientifica disponibile.

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