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Il problema di Conte non è la cabina di regia per il Recovery Fund, ma il rapporto coi partiti

  • Conte è entrato a palazzo Chigi come mediatore e notaio, a seguito di circostanze inattese, di una solida intesa con il Quirinale e in virtù di una notevole capacità di navigazione, si è ritrovato tra le mani un enorme potere di agenda e un notevole credito presso l’opinione pubblica.
  • Da un lato il premier ha potenzialmente grandi margini di manovra che eccedono il suo peso politico, non essendo un leader di partito.
  • Dall’altro, ci sono leader di partito che per varie ragioni hanno deciso di restare fuori dal Consiglio dei ministri, cioè dalla sede istituzionale deputata a prendere le decisioni collegiali di governo.

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