Signor Direttore,

sono soprattutto stupita per l’articolo “Il fascino delle fake news su Ustica è ancora un ostacolo per la giustizia”   a firma Alfredo Roma.

Intanto voglio ribadire  che – ancora aperta l’inchiesta della Procura di Roma, dopo le dichiarazione del presidente Cossiga sulla responsabilità dei francesi sulla Strage di Ustica,- non sono assolutamente le fake news a ostacolare il completo  accertamento della verità ma piuttosto, come hanno più volte segnalato i Giudici, chiedendo anche l’ausilio di Ministero di Giustizia e degli Esteri,  le mancate risposte internazionali alle molteplici rogatorie.

L’articolo in questione è nei fatti una recensione-adesione a due pubblicazioni che ancora una volta, come ha fatto a suo tempo e a lungo il modenese Sen. Giovanardi, vogliono mettere in discussione elementi di verità acquisiti nel tempo. E per farlo  innanzitutto tralasciano la narrazione della vicenda.

A cominciare dai fatti effettivamente avvenuti nella sera del 27 giugno quando un aereo civile è precipitato nel Tirreno mentre, per tutta la durata di quel viaggio .si erano susseguiti nei siti radar del  controllo del traffico aereo messaggi di allarme per la presenza di aerei che “razzolavano” attorno al dc9 itavia.

Messaggi che culminarono con telefonate all’ambasciata americana che infatti convoca una riunione di emergenza ( mai sapremo i nomi di tutti i partecipanti  né i documenti che per molti giorni furono consultati). Segnalo che quei  documenti sarebbero ancor oggi importanti perché di quella notte ogni documentazione è stata soppressa  (vedi il capitolo la distruzione delle prove della Sentenza Ordinanza del 1999).

Tutto tranne il famoso tracciato con una evidente manovra d’attacco all’aereo civile ; manovra attestata perfino da dichiarazioni del Ntsb americano già nel 80; quindi non da “avventurosa interpretazione”.

I silenzi

Poi silenzi, per la tesi rassicurante sostenuta dall’Aeronautica del cedimento  strutturale, senza portare a conoscenza di Governi e Magistratura elementi che potessero portare ad altre evidenza (missile o bomba, sottolineo bomba), una tesi che bisogna pur ricordare porterà la compagnia Itavia  al fallimento  e toglierà ogni mordente alle indagini. Come sosterrà la Commissione Stragi, grande assente nelle narrazioni

Per farla breve manca completamente la “storia” della vicenda: mancano i lavori della Commissione Stragi, manca il susseguirsi delle indagini e le difficoltà, da Palermo a Roma, fino alle collaborazioni della Nato e le conclusioni e motivazioni della sentenza ordinanza del giudice Priore del 1999

Tutto i questo non compare ma si mette al centro riferimenti ai  processi penali che, bisognerà pur segnalarlo, riguardano imputazioni per fatti avvenuti ben dopo la tragica notte senza riguardare le cause dell’incidente.

I generali erano chiamati a rispondere di alto tradimento per non aver informato, all’inizio di Luglio il Goveno di quanto era nel loro sapere, e (tutto quello che era successo nella notte, della presenza di un tracciato radar  e degli elementi raccolti dai primi soccorritori) e poi per una comunicazione a Stato Maggiore, Ministeri e Magistratura tesa a sostenere l’ipotesi del cedimento strutturale in un cielo completamente sgombro da ogni presenza.

Il processo penale non doveva stabilire le cause dell’incidente e mi piace riportare, per spiegarmi, una dichiarazione  del Presidente della corte di secondo grado, Cappiello“ in questa sede dibattimentale non ci si occuperà delle cause che hanno provocato il disastro e di altro, ma soltanto delle posizioni personali dei generali.

Voglio altresì precisare che le perizie sulla tragedia sono e rimangono quelle della fase istruttoria che hanno portato alla sentenza ordinanza del 99 e che la perizia sulla quale si base tutto il ragionamento sulla bomba è stata rigettata da giudice istruttore e pubblici ministeri come  “perizia affetta da tali e tanti vizi di carattere logico da molteplici contraddizioni e distorsioni del materiali probatorio da renderlo inutilizzabile”.

Poi si deve ricordare e tenere in debito conto  che ci sono stati svariati procedimenti civili  intentati dai parenti delle vittime,  con definitive  sentenze di Cassazione, che hanno condannato a risarcimenti vari,  facendo proprie le risultanze di tutta la vicenda,  il Ministero dei Trasporti per non aver garantito la sicurezza del volo e il Ministero della Difesa per aver ostacolato il processo di verità; e non sono soltanto Sentenze di “giudici onorari” quindi  incompetenti. Ma perché implicitamente denigrare quello che non ci piace?

Una considerazione personalmente: dal 1988 con l’Associazione dei Parenti delle Vittime della Strage di Ustica partecipo alla vicenda e chiedo verità e giustizia.  Qui soprattutto  voglio ricordare quanto mi onoro di aver chiesto ai Professori del Politecnico di Torino di impegnarsi, mettendo il loro sapere scientifico a disposizione della Giustizia, in una situazione in cui il sapere era essenzialmente in mano militare , e ponendo come obiettivo- scritto dichiarato e ratificato  dal voto del Senato accademico- il raggiungimento della verità qualunque fosse. E oggi in base alle risultanze dei lavori peritali  credo fermamente alla tesi sostenute nella Sentenza ordinanza del giudice Priore del 1999.

E ancora mi permetto di segnalare  -pensando all’articolo in questione- questo passaggio della Commissione Stragi approvata all’unanimità

«È possibile indicare al Parlamento le responsabilità dei poteri pubblici e delle istituzioni militari per avere trasformato una “normale” inchiesta sulla perdita di un aereo civile con tutti i suoi 81 passeggeri in un insieme di menzogne, di deviazioni al termine del quale alle 81 vittime, se ne è aggiunta un’altra: quell’Aeronautica militare che, per quello che ha rappresentato e rappresenta, non meritava di certo di essere trascinata nella sua interezza in questa vicenda».

© Riproduzione riservata