- Meloni grazie a numerosi viaggi e incontri con i rappresentanti degli Stati membri dell’UE ha smussato il suo sovranismo viscerale muovendosi in una direzione che le consente di non essere più o meno informalmente tenuta lontana dai salotti buoni, dalle stanze dei bottoni europei.
- Sembra che a Bruxelles leggano i quotidiani italiani, ricevano le notizie su quel che accade nello stivale, su quello che dicono i ministri e i dirigenti dei partiti della coalizione di centro-destra.
- Frasi avventate, annunci battaglieri senza seguito, politiche, come quelle sui diritti, contrarie alle posizioni già assunte in sede europea rafforzano i pregiudizi e segnalano l’esistenza di sospetti non del tutto mal posti.
L’idea iniziale di Giorgia Meloni (non so quanto condivisa dagli alleati Lega e Forza Italia) era buona, e promettente. Procedere alla legittimazione/accettazione internazionale del governo e del primo ministro italiano serviva/seve a garantire una navigazione non troppo turbolenta. Era anche funzionale a evitare qualsiasi “ritorsione” dell’Unione europea e ostilità degli Stati Uniti. Meloni ha efficacemente scelto e accentuato la sua posizione apertamente atlantista. Grazie a numerosi viag



