Nel momento in cui Donald Trump si è ammalato di Covid le borse sono scese. Quando è migliorato si son riprese. Con Trump la borsa saliva anche quando l’economia precipitava sotto i colpi della pandemia. Prima del Covid, negli Stati Uniti di Trump, la macroeconomia andava bene. Ciò sembra dare un’indicazione dal punto di vista dei mercati finanziari: le borse apprezzano Trump e una vittoria di Biden potrebbe farle scendere. Seconda indicazione: dal punto di vista dell’economia Trump è meglio dello sfidante Joe Biden come è risultato a lungo anche dai sondaggi, anche da quelli che davano Trump preferito perché prevalevano altre motivazioni.

Entrambe le indicazioni hanno però punti deboli.

L’andamento delle borse è da tempo slegato da quello dell’economia: nonostante le conseguenze mal gestite della globalizzazione, con tutti gli indici di rischio geo-politico-economico in forte rialzo, con l’insoddisfazione dei ceti medi ad alimentare i populismi, le borse hanno continuato un percorso quasi ininterrottamente crescente, così che l’indice americano S&P 500 è più che quadruplicato dal 2009 (il Dax tedesco più che triplicato). Era caduto di colpo per la Grande crisi dopo essere sestuplicato nei 20 anni precedenti.

L’indifferenza delle borse di fronte ai disastri del Covid è stata impressionante. Le borse hanno riflesso l’eccezionale espansione delle politiche monetarie e guardano più alle intenzioni delle banche centrali che alla salute dell’economia reale.

Inoltre, alcuni analisti notano che, nel 2020, le borse hanno accelerato verso l’alto proprio quando i sondaggi segnalavano un rafforzamento dei consensi per Biden contro Trump. Una buona resistenza di Trump al virus è festeggiata dai mercati non pensando a una sua vittoria ma perché riduce l’incertezza e la confusione che seguirebbero a un aggravarsi della sua salute a un mese da elezioni.

Insomma, dal punto di vista dei mercati, americani e mondiali, non è affatto detto che la vittoria democratica li sgonfierà, anche perché le politiche monetarie rimarranno espansive.

Ma è vero che, per quanti aspetti negativi abbia Trump, dal punto di vista dell’economia sarebbe preferibile una vittoria repubblicana? Ci sono motivi per rispondere no.

Guardando agli ultimi 50 anni diverse analisi hanno smentito il luogo comune che i presidenti repubblicani siano meglio dei democratici per l’economia. Per quanto buoni, i risultati macro dei primi tre anni di Trump sono un poco inferiori a quelli degli ultimi tre di Barack Obama, democratico.

Trump non ha un piano di politiche macro per il secondo mandato. Vorrebbe bissare quanto ha fatto nel primo, contando soprattutto su tasse basse per le imprese e i più ricchi. Invece Biden ha un piano articolato e l’università di Pennsylvania, alma mater di Trump, ha potuto simularne gli effetti mostrandone i vantaggi. Fra l’altro, mentre la spesa pubblica salirà moltissimo con entrambi, il debito pubblico salirà molto meno con Biden mentre con Trump rischierebbe di diventare insostenibile.

Infine, la politica estera di Trump, continuando a deteriorare le relazioni internazionali e a usare in modo aggressivo e controproducente il protezionismo commerciale, non potrà che avere effetti negativi sulla crescita e il benessere economico americano e mondiale.

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