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La “cancel culture” non è la barbarie ma una domanda di inclusione democratica

  • In quella che chiamiamo “cancel culture” il tema non è Biancaneve o Omero o Mozart. La lotta è per l’egemonia culturale, per il potere di definire i termini e i limiti dell’inclusione democratica delle differenze. 
  • Ciò che è in atto è una rinegoziazione dei confini di ciò che è consentito, legato all’ampliamento dell’orizzonte democratico. Un processo a cui le voci dei gruppi subalterni pretendono di partecipare.
  • Non si tratta di considerare giusta ogni richiesta di rimozione o boicottaggio che proviene dalla rete, ma invece di considerare legittima la domanda: la critica che investe una cultura che affonda le radici nella diseguaglianza.

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