- La Rai del nuovo consiglio di amministrazione è subito alle prese con malesseri e “sommosse” almeno a giudicare dall’improvviso sciopero romano che lunedì scorso, 13 settembre, ha bloccato l’avvio dei palinsesti di stagione.
- Alcuni, pur consapevoli della sostanza del problema, sperano di rinviare la questione alla stesura del nuovo contratto di servizio con cui il governo dovrebbe fissare alla Rai le rotte da seguire nel futuro.
- Nulla in Rai è possibile che cambi se il vertice dell’azienda non si assume per intero e di propria convinta iniziativa il peso di avviare la complicatissima partita di una riforma dell’azienda basata su fatti immediati e non su dilazioni.
La Rai del nuovo Consiglio di amministrazione è subito alle prese con malesseri e “sommosse”, almeno a giudicare dall’improvviso sciopero romano che lunedì scorso, 13 settembre, ha bloccato l’avvio dei palinsesti di stagione. È probabile che l’episodio ne anticipi di analoghi, sempre più frequenti mano a mano che tanti ottimi impiegati, tecnici e giornalisti confessano a loro stessi che i posti di mestiere su cui da anni hanno plasmato convenienze, rabbie e aspettative non possono riprodursi



