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Caso Venezi, la destra difende la libertà. Ma quella degli amici

Beatrice Venezi ha diretto l'orchestra sinfonica di Palermo nel 2024 (foto Ansa)
Beatrice Venezi ha diretto l'orchestra sinfonica di Palermo nel 2024 (foto Ansa)
Beatrice Venezi ha diretto l'orchestra sinfonica di Palermo nel 2024 (foto Ansa)

Le stesse forze che vogliono eliminare i limiti del politicamente corretto quando si tratta di pubblicità sessiste adottano termini e argomenti propri della cultura “woke” quando c’è da difendere Beatrice Venezi. Per chi vale allora il free speech che i partiti di governo dicono di voler tutelare? 

Nella battaglia senza esclusione di colpi contro i lacci e lacciuoli del “politically correct”, la destra italiana ha individuato un nuovo nemico da sconfiggere: le regole in vigore dal 2021 che stabiliscono il divieto di affiggere sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità che proponga messaggi sessisti e violenti, lesivi delle libertà individuali, razzisti o omotransfobici. Secondo due senatori di Fratelli d’Italia, Lucio Malan e Salvo Pogliese, che hanno presentato un emendament

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