Da un punto di vista delle relazioni esterne la dirigenza dell’Unione europea è un disastro. Già a febbraio scorso l’alto rappresentante per la politica estera Josep Borrel si era lasciato bacchettare in pubblico senza reagire dal ministro degli esteri russo Sergey Lavrov. Ora tocca al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e a Ursula von der Leyen, in visita ad Ankara,  farsi umiliare, con il presidente turco Recep Tayyp Erdogan che lascia prima senza sedia e poi confina su un divano la presidente della Commissione europea, in quanto donna.

La responsabilità è tutta loro: Erdogan ha intuito che poteva trattarli così e lo ha fatto. Non lo avrebbe mai tentato con Angela Merkel o con qualunque altra donna leader. Ma avendo valutato la stoffa dei responsabili europei ha inscenato l’orrida scenetta. Chi dovrebbe ora dimettersi subito è Charles Michel: invece di cedere la sua poltrona a Von der Leyen o di andarsene, ha accettato di buon grado l’oltraggio.

Anche Ursula von der Leyen avrebbe dovuto lasciare subito la stanza. Erdogan compie tali gesti ad uso interno e rivolto alla umma musulmana: vedete come tratto gli europei?

E’ il suo modo per recuperare a destra la sua periclitante popolarità, cercando di conquistarsi le estreme nazionaliste e islamiste. Sta pagando la crisi della lira turca, a causa di una politica economica dissennata, e l’isolamento politico: così tenta la carta dell’umiliazione delle autorità europee.

Charles Michel dovrebbe rammentare di non essere più il premier del Belgio, dove simili atteggiamenti remissivi potrebbero essere ammessi, ma di rappresentare tutti i capi di Stato e di governo dell’Unione che siedono al Consiglio europeo. Cosa avrebbero fatto al suo posto Emmanuel Macron, Angela Merkel o Mario Draghi?

Sorprende che gli uffici della Ue non sappiano tali cose basilari della Turchia odierna, per preparare adeguatamente i loro leader attorniati da strapagati funzionari. Ci si domanda che cosa dicono ora il segretario generale e i direttori generali del Seae (servizio azione esterna dell’Unione) e della Near (allargamento) e simili colleghi, come anche gli altri commissari preposti. Chi salverà la politica estera dell’Unione così malridotta? Ci stiamo facendo ridere dietro da tutti. 

Un’altra grave domanda è sulle capacità del cerimoniale dell’Unione. Normalmente queste visite si preparano in anticipo, con advanced teams che controllano tutto ciò che si farà, il percorso, i tempi ecc..

Una delle prime cose di cui il cerimoniale si occupa è sempre la questione delle “sedute” come si dice in gergo: cioè dove i leader si sederanno e così via. In politica estera queste cose sono delicate e molto simboliche.

Delle due l’una: o il cerimoniale europeo aveva accettato ciò che abbiamo visto e allora lo scandalo è gravissimo e anche lo stupore di Von der Leyen finto. Oppure sono stati presi alla sprovvista dai turchi, che hanno cambiato le cose in corso d’opera, e allora dovevano reagire all’istante (sono sempre presenti ai colloqui). In entrambi i casi il cerimoniale dell’UE deve ora dimettersi all’istante, dal capo fino all’ultimo funzionario che era ad Ankara (si tratta di regole basilari che anche l’ultimo impiegato conosce).

Ultima osservazione: aspettiamo ora le reazione dei capi di Stato e di governo europei davanti al sofagate, soprattutto se donne: se reagiscono poco e male significa che anche loro (Macron, Merkel, Draghi ecc. ) non si sentono rappresentati da Michel e von der Leyen. E ciò sarebbe davvero la cosa più grave di tutte.

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