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La distanza tra Draghi e i partiti di fronte alla guerra

Italy's Prime Minister Mario Draghi arrives for an EU summit at the European Council building in Brussels, Tuesday, May 25, 2021. European Union leaders gather for a second day of meetings to discuss the coronavirus pandemic and to assess new measures on how to meet targets to become climate-neutral by mid-century. (Olivier Hoslet, Pool via AP)
Italy's Prime Minister Mario Draghi arrives for an EU summit at the European Council building in Brussels, Tuesday, May 25, 2021. European Union leaders gather for a second day of meetings to discuss the coronavirus pandemic and to assess new measures on how to meet targets to become climate-neutral by mid-century. (Olivier Hoslet, Pool via AP)
  • Draghi oggi si trova con una crisi internazionale gravissima, davanti a massacri atroci sui civili.
  • Ha avuto la capacità di trovare un nuovo slogan, stavolta non una risposta, ma una domanda retorica: «Preferiamo la pace o il condizionatore acceso?». È una domanda chiara, cruciale, rivolta a cuochi e operaie.
  • I partiti non hanno la visione politica, o meglio pedagogica, che avevano ai tempi la Dc e il Pci.  Invece di concentrarsi sul problema capitale, il gas e la crisi economica, si preoccupano della legge elettorale.

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