- Le incertezze del governo in carica sulla nomina del commissario straordinario alla ricostruzione dopo l’eccezionale alluvione in Emilia-Romagna, sono tutte di ordine politico.
- Nessuno sembra occuparsi dell’utilità in sé dello strumento, partendo da ciò che è necessario fare, quali interventi realizzare, con quali priorità e quali modalità.
- Pare giunto il momento di mettere in discussione il modello commissariale, chiarendo finalmente ruoli e responsabilità dello stato e delle autonomie territoriali.
Le incertezze del governo in carica sulla nomina del commissario straordinario alla ricostruzione dopo l’eccezionale alluvione in Emilia-Romagna, sono tutte di ordine politico. C’è chi – le opposizioni di destra nel Consiglio regionale – non vuole veder “premiato” il presidente Stefano Bonaccini, reo di colpe in realtà contraddittorie: si va dall’aver tollerato la “cementificazione” al non aver realizzato le necessarie opere di tutela di un territorio notoriamente fragile. C’è che difende



