Siamo entrati ormai nell’èra della de-globalizzazione, ma esiste una parola che sembra rendere bene, oltre a quella geopolitica, anche la dimensione emotiva di questo scenario
Per decenni siamo stati così impegnati a indicare i pericoli della globalizzazione da esserci distratti quando il suo regno ha imboccato il viale del tramonto. Eppure, dal modo in cui stiamo affrontando le crisi globali in corso, è sempre più evidente come una parte crescente della politica mondiale abbia volto lo sguardo altrove alla ricerca di soluzioni possibili. A un primo sgretolamento delle relazioni internazionali è, infatti, seguita la costruzione di muri di sfiducia: barriere di incomun



