Il caso Orsini e la tv

La guerra in Ucraina avvelena anche il nostro dibattito pubblico, ridotto a lotta tra gladiatori

  • La guerra in Ucraina avvelena il discorso pubblico in Italia, che si mostra più concentrato a soddisfare il piacere gladiatorio dei suoi organizzatori e protagonisti che a comprendere quel che sta avvenendo.
  • Il caso che ha coinvolto Alessandro Orsini è un esempio penoso di un discorso pubblico che stenta a tenere insieme il pluralismo e la parzialità.
  • Se non vogliamo che quella combattuta sul campo diventi una guerra totale, dovremmo noi tutti fare uno sforzo per evitare che la nostra mente sia disposta verso soluzioni totali. Ciò richiede una dose di auto-controllo e di civismo non piccola. Ma non abbiamo altra strada. 

La guerra in Ucraina avvelena il discorso pubblico in Italia, che si mostra più concentrato a soddisfare il piacere gladiatorio dei suoi organizzatori e protagonisti che a comprendere quel che sta avvenendo e ad orientare l’opinione politica su quel che il nostro paese dovrebbe fare, insieme all’Europa, per favorire l’uscita immediata dalla guerra con una pace giusta e duratura. Ci troviamo in un momento delicatissimo per i destini degli ucraini, dei russi e di noi tutti.  Una ragione ulterio

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