- Le crisi fanno riemergere gli strati profondi delle culture politiche e riaffiorano pulsioni identitarie e illiberali, che l’Ue non sembra in grado di gestire.
- A parte il caso rumeno, la transizione in blocco di tanti regimi autoritari avvenne in maniera sostanzialmente pacifica, come nessuno in occidente aveva mai previsto né sperato.
- Il primo decennio della transizione creò grandi aspettative di consolidamento delle istituzioni democratiche. Tanto che l’Unione europea aprì subito una linea di credito politico verso l’adesione.
La faglia che attraversava storicamente l’Europa, separando la parte occidentale da quella centro-orientale, sembrava sul punto di colmarsi con il crollo dell’impero sovietico. La rivoluzione di velluto cecoslovacca, che aveva portato sugli altari un dissidente tenace quanto isolato come lo scrittore Václav Havel, suggeriva che i principi democratici e liberali avrebbero informato tutta quell’area. Infatti, anche l’icona della primavera praghese del ’68, Alexander Dubček, per quanto fosse stima



