La Russia sta aumentando l’utilizzo dei contractor ovunque. Imitando una tattica inaugurata dagli Usa (in Iraq e in Afghanistan), Mosca ha compreso che in numerose occasioni è meglio usare le compagnie private – come la ormai nota Wagner o la più recente Redut – anche se la legge nazionale lo vieta.

In questo modo la Russia prova a riformare il proprio esercito, cronicamente a corto di personale e sempre più dipendente dai soldati privati. Durante la guerra siriana già erano emersi problemi all’interno delle unità dell’esercito russo, poi esplosi alla luce del sole nel conflitto in Ucraina.

Tali difficoltà stanno spingendo il Cremlino ad appoggiarsi di più sulle compagnie private come si è visto a Bakhmut e Soledar. La sorpresa è che ciò avvenga in maniera pubblica: Yevgeny Prigozhin – l’oligarca fondatore della Wagner e stretto confidente del presidente russo – è divenuto uno dei più feroci critici della condotta dello stato maggiore russo, prendendosela anche nominalmente con i singoli generali. Ironia della sorte, Wagner era stata creata nel 2014 su raccomandazione del medesimo stato maggiore che oggi Prigozhin critica. 

Non è la prima volta che ciò accade: già in passato il fondatore della Wagner ha polemizzato con l’esercito sulle guerre di Siria e Libia, talvolta accusando i generali di mandare i suoi uomini volutamente allo sbaraglio.

In particolare ci fu fortissima polemica (anche se tutta per linee interne) quando gli americani il 7 febbraio 2018 bombardarono (per errore, si disse) Deir el Zhor, uccidendo oltre 100 russi, tutti Wagner. In quell’occasione Mosca non protestò con Washington, inducendo Prigozhin a credere di essere caduto in una trappola tesagli dagli alti comandi russi, con i quali le relazioni erano già molto competitive. 

Modello sovietico

Resta il fatto che ora tutto il comparto militare russo è in trasformazione e lo stesso presidente Putin ha chiesto di mettere da parte ogni controversia e di collaborare. Il ministro della Difesa Sergei Shoigu ha annunciato un aumento del numero totale delle truppe a 1,5 milioni (attualmente è di 1,1) e l’innalzamento dell’età della leva da 18-27 anni a 21-30.

Tutto ciò si tradurrà nella creazione di 17 nuove divisioni. Si torna al modello sovietico: unità con truppe numerose per conflitti a ondate umane (come nel Donbass), abbandonando l’utilizzo di unità leggere adatte all’antiterrorismo o ai conflitti a bassa intensità, come la Siria. Per equipaggiare le nuove truppe, modernizzarle e dispiegarle, sarà necessaria un’enorme quantità di armi e attrezzature logistico-militari: uno sforzo che già si percepisce nell’attuale offensiva nel Donbass in cui i russi hanno iniziato ad avanzare di nuovo.

Uno dei temi più delicati è quello degli ufficiali sul terreno: coloro che guidano materialmente le offensive e devono comunicare con gli alti comandi nelle retrovie. In Russia ci sono molti generali ma pochi tenenti e capitani e l’attuale guerra ucraina ha mostrato come vi sia una reale carenza di comando: troppi alti ufficiali uccisi nei primi mesi; troppo pochi ufficiali intermedi efficienti.

Si è scoperto che nella fretta dell’invasione sono stati promossi tenenti dei soldati e dei sottufficiali senza alcuna formazione. C’è una necessità di formazione urgente che richiederà tempo e alla quale si è sopperito facendo giungere ufficiali sperimentati dalla Siria. La Russia sta conducendo una guerra su vasta scala e pianifica alla sua maniera (lenta ma inesorabile) una completa trasformazione del suo esercito.

Mix di forze

Un’altra novità già notata sul terreno è il coinvolgimento misto nelle operazioni di unità dell’esercito e di contractor, mentre fino ad ora erano tenute strettamente separate, come in genere avviene per questo tipo di militari. Tra l’altro pare che il ministero della Difesa avesse addirittura in mente di affidare direttamente alla Wagner il negoziato per costruire una base militare in Sudan, anche se poi l’idea è stata accantonata.

Tale mix di forze ufficiali e mercenarie sta creando una prima assoluta in Ucraina: ad andare all’assalto non ci sarebbero solo russi o slavi ma anche stranieri come arabi o afghani. La guerra in Ucraina apre dunque una nuova fase di “legalizzazione” delle attività mercenarie, che avrà un impatto globale non solo in Russia. Un altro tema è il possibile utilizzo di contractor nel comparto di pubblica sicurezza: la polizia russa è in difficoltà di uomini e mezzi e qualche analista già prevede una forma di agenti privati “Wagner” tra i cittadini, anche se per fare questo servirà una revisione legislativa. 

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