Si direbbe che l’impegno di Matteo Salvini e di Giuseppe Conte a favore della pace, la loro personale politica intesa come continuazione della guerra con altri mezzi, consista nel fibrillare, intralciare, controproporre senza nessuna possibilità di controllo dei costi e dei benefici, a cominciare dalle concessioni balneari e dalla revisione del catasto.

Due interventi che dovrebbero caratterizzare la normale, purché buona, amministrazione e che suscitano molta opposizione da coloro che, chiamiamo le cose con i loro nomi, godono di privilegi quantomeno quarantennali.

Ho assistito personalmente in Senato negli anni Ottanta alla mobilitazione dei bagnini.

Diversamente esaltati dal loro incommensurabile e incomprimibile egocentrismo, Berlusconi e Renzi non fanno nessuna fatica a trovare argomenti che li differenzino dalla maggioranza di cui fanno parte, anzi, la maggioranza che, a sentire le loro argomentazioni, è stata da loro voluta con l’aggiunta che, neanche si discute, Draghi presidente del Consiglio è un loro colpo di genio.

Insomma, l’unico che, responsabilmente, porta la croce e che, se proprio non ce la fa a cantare, almeno prova a predicare con grande pazienza, è Enrico Letta, il segretario del Partito democratico.

Però, gli elettori che apprezzano le sue ponderate parole e i suoi sobri comportamenti continuano a rimanere numericamente gli stessi da parecchi mesi.

Il Movimento 5 stelle ha già forse raggiunto il punto più elevato del suo sfaldamento, e Conte boccheggia. Quel che rimarrà del suo consenso elettorale non basterà al Pd per estendere il suo “campo” fino a ricomprendere palazzo Chigi.

Spostamenti elettorali anche significativi non sono affatto da escludere. Nella prossima campagna elettorale potrà persino succedere che faccia la sua comparsa qualche candidatura attraente, emerga un tema importante per il quale un solo leader ha una soluzione plausibile, alcuni dirigenti facciano, sono in molti ad averne la capacità, qualche errore clamoroso.

Posticiperei, però, tutto questo bel discorso e le sue implicazioni all’inizio dell’anno prossimo.

Quello che vedo tristemente adesso è che i guerriglieri politici italiani hanno perso di vista i fondamentali. Soltanto con gli europei e, non prendendo le distanze “opportunistiche, ma cooperando con la Nato, sarà possibile mantenere quel non molto prestigio internazionale di cui, sostanzialmente grazie a Draghi, l’Italia sta tuttora godendo. Soltanto procedendo all’attuazione rapida e esauriente di tutti i progetti del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza l’Italia riprenderà slancio (meglio se con quella giustizia sociale e economica che deriva dalla concorrenza “sulle spiagge” e dalla revisione del catasto). E allora? Resettare.

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