- La parità dollaro-euro non ha di per sé una particolare rilevanza economica, ma ha una forte valenza simbolica della strada sempre più stretta entro la quale dovrà operare la Bce alla vigilia del suo primo aumento dei tassi, atteso per la prossima riunione di giovedì 21 luglio.
- Il rischio, a differenza degli Stati Uniti, è che la recessione arrivi in Europa prima dell’aumento dei tassi, invece che esserne la conseguenza.
- La Bce si ritroverebbe in questo caso a combattere l’inflazione in mezzo a una recessione rendendo i suoi margini di manovra oltremodo ristretti.
Il 14 luglio scorso il dollaro ha raggiunto la parità con l’euro, come non accadeva da venti anni: in quel momento la moneta unica è arrivata a deprezzarsi cumulativamente del 18 per cento rispetto alla divisa americana in poco più di un anno, ovvero una svalutazione d’altri tempi. La parità dollaro-euro non ha di per sé una particolare rilevanza economica, ma ha una forte valenza simbolica della strada sempre più stretta entro la quale dovrà operare la Bce alla vigilia del suo primo aumento



