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La rivoluzione di Giorgia Meloni si limita a riproporre l’usato sicuro di centrodestra

  • Con i nomi di Nordio, Pera, Tremonti e Terzi Fratelli d’Italia si apre alle competenze necessarie a governare.
  • Così però Meloni lascia percepire di avere preso atto che la mai messa alla prova classe dirigente di Fratelli d’Italia non sarebbe da sola adeguata a esprimere governanti di qualità. Deve rivolgersi altrove.
  • Le loro minestre non potranno che essere riscaldate. Peggio sarebbe se venissero cucinate all’insegna della rivalsa, di quello che, molti anni fa né Tremonti né Pera né tantomeno Nordio riuscirono a fare.

Mettersi avanti con il lavoro può sempre essere utile. No, non facendo i nomi dei ministri, come vorrebbe Salvini, con grave interferenze nelle prerogative del presidente della Repubblica, ma mettendo in pole position alcune personalità di qualche (non voglio esagerare) autorevolezza forse non del tutto appassita. Risponde ad una strategia di Giorgia Meloni il pacchetto di mischia di ultrasettantacinquenni candidati al parlamento: Carlo Nordio, già procuratore aggiunto a Venezia, poi votato c

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