- La nostra ferma contrarietà al disegno di legge per l’Autonomia differenziata del ministro Roberto Calderoli si muove su due versanti.
- Il primo di metodo. Vogliamo che la discussione sulle riforme istituzionali sia complessiva e che il parlamento abbia un ruolo centrale.
- Il secondo di merito. In un quadro di difficoltà complessiva del Sistema sanitario pubblico – sottoposto a uno stress fortissimo negli anni della pandemia e oggi di nuovo definanziato dal governo Meloni, con il rischio di una privatizzazione strisciante dovuta alla drammatica carenza di risorse umane – la fotografia delle differenze territoriali con le quali dobbiamo fare i conti è tanto chiara quanto preoccupante.
La nostra ferma contrarietà al disegno di legge per l’Autonomia differenziata del ministro Roberto Calderoli si muove su due versanti. Il primo di metodo. Vogliamo che la discussione sulle riforme istituzionali sia complessiva e che il parlamento abbia un ruolo centrale. È evidente che Matteo Salvini vorrebbe avere una bandiera da mostrare al suo elettorato del nord prima delle prossime elezioni europee, scadenza che vede peraltro una forte divaricazione all’interno della maggioranza sul tema



