Lo statuto dell’ “Associazione MoVimento 5 Stelle” è giunto in porto:  38 articoli, 38 pagine fitte fitte che sembrano definire una repubblica più che un gruppo politico, non foss’altro per l’acribia con la quale vengono definiti principi, valori, fondamenti e organi di governo, loro composizione, funzione e durata – a testimonianza della guerra intestina che lo ha preceduto. Ma il patto costitutivo sembra siglato.

Dal punto di vista ideale, lo Statuto sta nel solco nell’articolo 3 della Costituzione; parla infatti di rispetto della persona nelle sue aspirazioni e libertà (anche quella di scelta sessuale) e degli ostacoli da rimuovere perché questo non sia privilegio di pochi, ma condizione uguale per tutti i cittadini.

Circa la progettualità socio-economica, lo Statuto apira a tenere insieme ragioni di giustizia sociale e ragioni imprenditoriali, beni comuni e un’economica di mercato: un’ambizione che rientra nell’orizzonte liberal-socialista.  La dimensione ecologica ha un ruolo centrale, come nella primissima esperienza del blog di Beppe Grillo che Joseph Stiglitz aveva giudicato come uno dei più originali e innovativi.  Circa le “Finalità”, lo Statuto dichiara che «L’Associazione intende raccogliere l’esperienza maturata nell’ambito del blog www.beppegrillo.it» e dei “meetup”, delle iniziative popolari e delle “Liste Civiche Certificate”.  Regola quindi una realtà esistente, non liquida il passato, non volta pagina – indica regole certe che diano coerenza decisionale e stabilità.  

Un altro esempio di continuità è la persistenza dell’ideologia anti-partito, come si vede dal regolamento dell’iscrizione, che non richiede alcun contributo; una decisione che, all’apparenza inclusiva, è un limite per un gruppo politico, perché la quota di iscrizione è indicativa di libera scelta responsabile, di impegno non aleatorio.

La struttura dell’Associazione ha diramazioni locali (“Gruppi territoriali”) e organi nazionali, che negli articoli successivi alla “Carta dei Principi e delle Finalità” vengono definiti e ordinati scrupolosamente nella composizione, nei sistemi di controllo e di rappresentanza.

La struttura istituzionale, con alla base un’Assemblea nazionale e dei forum di discussione, è come un’aquila a due teste, con un garante e un presidente. Il primo (“custode” dei “valori” con con «potere di interpretazione autentica, non sindacabile delle norme del presente Statuto») viene eletto per consultazione in rete e «resta in carica a tempo indeterminato» dunque anche a vita (benchè possa essere revocato). E’ il capo spirituale, con un peso rilevante nelle decisioni interne. 

Il secondo (“unico titolare e responsabile della determinazione e dell’attuazione dell’indirizzo politico”) è eletto mediante consultazione in rete e dura in carica 4 anni rinnovabili.  A valutare dagli articoli che regolano le funzioni del Garante e del Presidente, sembra di poter dire che la lotta Beppe Grillo-Giuseppe Conte si è conclusa con un’affermazione di modernità: la divisione del potere spirituale e del potere politico.

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