- Nel corso degli anni e soprattutto dopo la caduta dei regimi comunisti in Europa, la parte politica che più si era riconosciuta nel principio di uguaglianza sostanziale della Costituzione ha adottato un approccio meno interventista.
- Il pensiero dominante nella sinistra dagli anni Novanta in poi ha individuato in alcuni correttivi, per esempio nella garanzia formale di pari accesso all’educazione e alla sanità, gli interventi necessari per livellare i punti di partenza. Il mercato avrebbe fatto il resto.
- Tuttavia, proprio da forze quali la rivoluzione digitale e la globalizzazione, sono emerse sfide e contraddizioni ai quei principi di pari opportunità diventati di comune accettazione, e limiti alla capacità degli interventi pre-produttivi di correggere distorsioni.
L’articolo 3 della Costituzione italiana sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini. Nei due paragrafi che lo compongono si percepisce il delicato lavoro di compromesso fra le varie anime politiche che contribuirono alla nostra legge fondamentale. Il primo paragrafo esprime il concetto di uguaglianza formale, tipicamente associato alla cultura liberale e conservatrice: la garanzia di pari dignità di fronte alla legge di tutti i cittadini. Il secondo è più vicino all’idea socialista di uguaglia



