- Da un lato c’è un generale ottundimento della sensibilità ai valori, ma non certo nel senso delle tradizioni o delle retoriche identitarie, bensì in quello del dolore per l’ingiusto, del disgusto per il brutto, del fastidio per l’illogico. Una sorta di diffusa indifferenza.
- Dall’altro c’è un profondo, inarticolato bisogno di idealità. Lo sentiamo balbettare perfino in certi annaspamenti ideologici, ma molto più sovente è semplicemente una speranza, un’attenzione nuova.
- Un grande politico dovrebbe sapere a quale rovina preluda l’indurre nelle anime lo stato descritto da uno dei più profondi versi di Dante: «E persi la speranza dell’altezza».
C 'è un realismo politico compatibile con la fermezza sugli ideali e uno che invece rischia il cinismo. Se c'è una cosa di cui l'Italia ha bisogno per abbracciare finalmente con serietà il suo destino europeo, è un'iniezione di fiducia, che è il sentimento che unisce la stima alla lealtà e alla buona volontà nel sostenere un percorso di rinnovamento promosso dalle istituzioni. Ma questo tipo di fiducia esige che almeno sui fondamentali non ci siano ulteriori ferite all'idealità evocata dell'e



