Quello che è accaduto a Roma è sicuramente un salto di qualità del neofascismo italiano, anche se in precedenza non sono mancati episodi anche più aggressivi, come lo stragismo neofascista a cavallo tra gli anni Sessanta e Ottanta. Quello che oggi salta all’occhio è che quest’operazione sia stata fatta in maniera sfacciatamente aperta, frutto di uno sdoganamento del fascismo che continua da oltre vent’anni. Un evento che richiama, anche se con notevoli differenze, un altro accadimento senza precedenti storici in tempi recenti, avvenuto sempre quest’anno: l’assalto al Campidoglio americano da parte dei sostenitori di Donald Trump.

Colpire i lavoratori

L’azione di sabato scorso è stata sapientemente preordinata, si è convogliata la forte rabbia dovuta al green pass per colpire una nemico primogenito del fascismo, un simbolo dalla democrazia e dell’antifascismo, il movimento dei lavoratori e la sua rappresentanza, la Camera del lavoro. Si è voluto cogliere l’occasione tingendo di nero il permeabile movimento dei No-vax / No-green pass, e anche questo è un tipico atteggiamento del neofascismo.

Sul green pass, tolta la responsabilità centrale del governo, rimanevano quelle delle parti sociali, sindacati e Confindustria; perché l’aggressione si è scaricata contro i primi e non contro i secondi? Non condivido il fatto che molti cerchino un distinguo tra la piazza dei No-green pass e i fascisti: sicuramente i primi non sono come i secondi, ma molti loro comportamenti e soprattutto la loro distorsione del concetto di libertà personale è assolutamente simile a quella dei fascisti, semplificandola nella licenza di fare i comodi propri (a discapito di quella degli altri).

Troppi indugiano, sia intellettualmente – spaccando il capello in quattro e analizzando ogni aspetto storico politico per cercare di capire se parliamo di fascismo storico, eterno, neofascismo o altro –, sia politicamente mantenendo zone d’ambiguità nel giudizio di censura; mentre si fanno questi ragionamenti l’azione dei neofascisti avanza senza indugi, come purtroppo già capitato nella storia.

L’errore che a mio avviso si compie è quello di confondere il testo con il contesto, il che ingarbuglia una situazione già di per sé complessa. Il punto di partenza preliminare è che un gruppo neofascista, Forza nuova, ha assaltato la sede nazionale della Camera del lavoro, tutto il resto è contesto, che sicuramente avrà altri significati e importanza ma non deve far perdere di vista e confondere i fatti iniziali.

I segnali

Le assonanze di oggi con gli anni del ventennio non mancano: un diffuso disagio sociale ed economico, un fronte antifascista indebolito, una zona grigia molto ampia tra la popolazione, un antiscientismo dilagante tra No-vax e cospirazionisti di varia natura, una modernizzazione troppo rapida che ha intaccato le sicurezze identitarie, un crescente odio razziale dovuto alla presenza degli immigrati sul territorio nazionale e il riaffacciarsi dell’antisemitismo, un ampio ventaglio di partiti che offrono copertura politica a chi si ispira al fascismo e non ultimo come importanza, un panorama europeo e mondiale che vede queste condizioni essere diffuse e prospere in vari paesi.

I neofascisti sono consapevoli di questa situazione e ne vogliono trarre vantaggio. Da storico e da cittadino sono segnali che non possono, e non devono essere sottovalutati. Non dobbiamo dimenticare che il fatto che storicamente questi movimenti siano nati da avanguardie che hanno contaminato, con differenti velocità e sfumature di convinzione, la restante parte della popolazione che viveva tutte o parte delle problematiche sopramenzionate. Questo non vuol dire che rivedremo le camice nere con il fez cercare di far bere olio di ricino agli antifascisti, ma ci dovremmo aspettare nuove forme di comportamenti, metodi, strategie e forme di comunicazione, come per altro stanno facendo ormai da anni per sdoganarsi senza perdere le caratteristiche principali.

Coperture politiche

La situazione che desta più preoccupazione è quella delle coperture politiche che il fascismo e il neo fascismo godono da sempre. Oggi grazie all’indagine di Fanpage si è fatto emergere con chiarezza quello che già largamente si sospettava, ovvero che questi movimenti estremisti riescono a inquinare e condizionare i partiti della destra italiana. Le immagini trasmesse sono inequivocabili: slogan, metodi, riferimenti storici e ideali e soprattutto i nemici sono quelli si sempre, nulla che la storia non abbia studiato e analizzato e anche definitivamente condannato.

All’indomani della trasmissione di quei video ci saremmo immaginati una condanna e una presa di distanza univoca per quello che era stato trasmesso da parte dei segretari dei partiti coinvolti, nulla di tutto ciò è arrivato, così come sta succedendo anche per i fatti di Roma. Anzi da quello che si legge sui quotidiani nessun partito di destra, gli stessi contaminati dagli esponenti neofascisti e neonazisti, è disposto a votare la messa al bando di movimento come quello forzanovista proposta dal Partito democratico. Invece che dissipare dubbi sui rapporti tra partiti e movimenti, se ne creano altri, ancora più inquietanti, perché fino a quel servizio e questi fatti, poteva sopravvivere il beneficio del dubbio, oggi visto la mancata condanna, anzi la difesa, quell’ambiguità assume significati ancora più preoccupanti. Il processo di sdoganamento di Fiuggi per la destra, intesa come corpo, di fatto non è mai iniziato, anzi appare proprio ripudiato.

Letta ha proposto che gli insegnanti parlino con i propri ragazzi di quello che è accaduto; ha fatto bene a lanciare questa proposta, in modo che nelle scuole si possa discutere apertamente e liberamente dei fatti politici che avvengono nel paese, trattando gli studenti come giovani adulti dialoganti e non semplicemente come meri ricettori passivi di informazioni didattiche. Come mi è capitato di scrivere più volte la maggior parte delle persone non sa cosa sia stato il fascismo, quello che è arrivato alla gente è solo memoria più farsesca e capziosa: quella dei treni in orario, delle pensioni e delle bonifiche. Purtroppo lo studio del fascismo è rimasto argomento per pochi studiosi, e credo che questo sia pesato sulla diffusione della sua conoscenza e della sua definitiva storicizzazione.

Studiare i carnefici

Solo una minoranza conosce come il fascismo ha preso il potere e lo ha mantenuto per oltre venti anni, il senso profondo delle leggi razziali, la violenza coloniale e repubblichina, del vivere quotidiano nella mancanza delle fondamentali libertà personali, se si sapesse di più e meglio cosa abbia comportato il fascismo in Italia e per gli italiani forse oggi non ci troveremmo in questa situazione. Studiare i carnefici non è facile, come in questo caso ci fa mettere davanti allo specchio, ci fa vedere le nostre brutture e i nostri lati oscuri, abbiamo preferito alimentare il mito degli “italiani brava gente”, addossare tutte le responsabilità al “cattivo tedesco”, lasciando covare il fascismo sotto la cenere piuttosto che farci i conti e ammettere le nostre colpe e assumerci le nostre responsabilità.

Concludo con queste parole scritte, nel 1928 sul quotidiano nazista Der Angriff, dal futuro ministro della Propaganda del Terzo Reich Joseph Goebbels: «Entreremo nel Reichstag per procurarci, nell'arsenale delle armi della democrazia, proprio le armi della democrazia. Diventeremo deputati del Reichstag per distruggere lo spirito di Weimar con il suo aiuto. Se la democrazia è talmente stupida da darci delle indennità di viaggio e uno stipendio mentre noi regoliamo i conti con lei, è affar suo [...]. Noi consideriamo ogni mezzo legale benvenuto per rivoluzionare l'ordine vigente. Se in queste elezioni riuscissimo a piazzare 60 o 70 agitatori nei diversi parlamenti, in futuro lo stato equipaggerà e stipendierà il nostro apparato di lotta [...].

Sarebbe un errore credere che il parlamentarismo sia la nostra via di Damasco [...].

Noi veniamo da nemici! Giungiamo come il lupo nel gregge. Ormai degli intrusi sono tra voi! Io non sono membro del Reichstag. Sono [...] un titolare di immunità parlamentare, un beneficiario delle indennità di trasporto [...]. Noi siamo stati eletti contro il Reichstag, ed eserciteremo il nostro mandato nel senso attribuitogli da coloro che ce l’hanno conferito».

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