- I sovranisti e i liberisti italiani partono da una stessa premessa sull’Europa: che sia immutabile. Dobbiamo prenderla così com’è, definita sostanzialmente negli anni Novanta, in una cornice neo-liberale.
- C’è rassegnazione e provincialismo in questa visione, e questo la dice lunga sull’inadeguatezza delle classi dirigenti liberali che abbiamo da noi La sfida oggi è la riforma dei trattati, per eliminare il diritto di veto dei singoli stati e procedere verso l’unione fiscale e politiche espansive; è rendere strutturali, una politica di bilancio comune e gli eurobond.
- Si tratta cioè di consolidare e ampliare la svolta avvenuta in questi mesi. Siamo a un passaggio storico.
I sovranisti e i liberisti italiani partono da una stessa premessa sull’Europa: che sia immutabile. Dobbiamo prenderla così com’è, definita sostanzialmente negli anni Novanta, in una cornice neo-liberale: sì all’unione monetaria ma non a quella di bilancio, rifiuto di politiche espansive per sostenere la crescita e ancor più di politiche redistributive, peso prevalente degli stati sulle istituzioni comuni. In Italia sia la destra (e la sinistra) sovranista, avversaria della Ue, sia l’area di cen



