Dopo il lungo dominio di Angela Merkel, i socialdemocratici tedeschi sono rinati grazie alla nuova alleanza con i Verdi. I socialisti francesi, al contrario, pur di non cambiare nulla, sono spariti. Il Partito democratico ha l’occasione di imparare da queste lezioni.

Pd e Movimento 5 stelle hanno governato insieme per tre anni, perché i due partiti convergono sulle questioni centrali: lavoro, reddito, ecologia. Sono in sintonia anche sui diritti civili. Prima che cadesse il governo Draghi, stavano lavorando insieme al ddl Zan e allo ius scholae. Hanno rotto invece sulla guerra in Ucraina.

I democratici hanno sempre votato compatti a favore dell’appoggio al paese invaso. Giuseppe Conte per i primi mesi del conflitto è stato favorevole all’invio delle armi, mentre prima dell’estate ha cominciato a opporsi, tranne vantarsi a settembre di come l’Ucraina sia stata in grado «di respingere l’invasore russo grazie all’enorme afflusso di armi dall’Europa e dagli Usa».

Ora lancia in piazza una grande manifestazione per la pace, trovando forte adesione da parte dei cattolici. Da papa Francesco alle Acli, passando per il presidente della Cei Matteo Zuppi e persino per gli scout Agesci.

Intervistato dal quotidiano cattolico per eccellenza, Avvenire, il leader pentastellato chiede di avviare un grande trattato di pace europeo.

Chi non lo vorrebbe con una guerra alle porte e la minaccia delle armi nucleari? Sarebbe bellissimo se il mondo andasse come chiede il papa e si potesse credere al miracolo della Russia che si ritira. Peccato che in tutti questi mesi Vladimir Putin abbia mostrato di non voler trattare né con l’Ucraina né con l’Europa, con l’eccezione della Turchia, governata da un vecchio amico dello zar.

Romano Prodi ha più volte fatto notare che la pace avverrà quando Stati Uniti e Cina si metteranno d’accordo. La Germania è governata da una coalizione dove non mancano i contrasti. Su gas, nucleare e armi, Spd e Verdi la pensano diversamente. Sono due posizioni politiche forse più distanti di quanto non lo siano il Pd e i Cinque stelle. D’altronde a cosa serve la politica se non a trovare punti di accordo?

Elly Schlein potrebbe essere la figura giusta per aiutare ad assottigliare le differenze. L’alternativa sarebbe un’alleanza con Carlo Calenda e Matteo Renzi. In questo caso il Pd avrebbe la strada spianata verso la sorte dei socialisti francesi: sparire.

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